Un recente rapporto dell'EUIPO (Ufficio dell'Unione Europea per la Proprietà Intellettuale) ha sollevato un polverone nel mondo del marketing digitale e della lotta alla pirateria online. Tra il 2021 e il 2024, la presenza di pubblicità di grandi marchi sui siti pirata è aumentata vertiginosamente del 567%. Questo dato, apparentemente paradossale, nasconde dinamiche complesse che meritano un'analisi approfondita.
Nel 2021, le inserzioni di questi brand rappresentavano una quota minoritaria, appena il 3%, delle impression pubblicitarie sui siti che offrono contenuti illegali. Nel 2024, questa percentuale è balzata al 20%. Un incremento notevole, che tuttavia va contestualizzato in un quadro più ampio: il volume complessivo della pubblicità online sui portali pirata ha subito un drastico calo.
Negli ultimi quattro anni, il numero totale di impression pubblicitarie monitorate è crollato da 146 miliardi a 28,3 miliardi, una contrazione di circa l'80%. In termini assoluti, gli annunci dei grandi marchi non hanno registrato un'impennata così marcata: la crescita si attesta intorno al 30%, una cifra tutto sommato contenuta. Analogamente, la pubblicità dannosa o fraudolenta, pur mostrando un aumento percentuale del 250%, si è ridotta di oltre il 30% considerando il quadro generale. La variazione delle proporzioni è quindi una conseguenza diretta del ridimensionamento del mercato pubblicitario legato alla pirateria.
Secondo l'EUIPO, una delle ragioni di questa risalita relativa dei brand più noti è la conclusione, nel 2023, di diversi progetti di collaborazione con il settore pubblicitario, finalizzati a sensibilizzare agenzie e inserzionisti e a prevenire la comparsa dei loro annunci su siti illegali. L'interruzione di queste iniziative ha probabilmente contribuito a un rilassamento dei controlli e a una maggiore esposizione dei brand a questo tipo di rischio.
Un'ulteriore evidenza, sottolineata da TorrentFreak, riguarda il crollo dei ricavi pubblicitari dei siti pirata nei Paesi UE monitorati (18 in totale), scesi del 78%, da 102,5 milioni nel 2021 a 22 milioni nel 2024. In media, ciascuno dei 7.250 siti esaminati genera appena 8,29 euro al giorno di pubblicità dai visitatori europei. A livello globale, questi siti possono arrivare a guadagnare fino a 91 euro al giorno, secondo le statistiche del rapporto stesso. Questo divario suggerisce che la lotta alla pirateria in Europa sta dando i suoi frutti, ma che il problema persiste in altre aree del mondo.
La presenza di pubblicità di grandi marchi su siti pirata solleva importanti questioni etiche e legali. Da un lato, i brand rischiano di danneggiare la propria immagine associandosi a contenuti illegali e finanziando, indirettamente, attività criminali. Dall'altro, la pubblicità online è un ecosistema complesso e in continua evoluzione, dove è difficile avere il controllo completo su dove vengono visualizzati i propri annunci. Le aziende devono quindi investire in strumenti e strategie di monitoraggio avanzate per proteggere il proprio brand e garantire che la propria pubblicità non finisca su siti che violano il diritto d'autore o promuovono attività illegali. L'UEFA (Unione delle Federazioni Calcistiche Europee) è entrata nell'Alleanza ACE per la lotta globale alla pirateria digitale il 27 Ottobre, dimostrando l'importanza di azioni concrete contro la diffusione illegale di contenuti protetti da copyright.
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