In un clamoroso caso che ha scosso l'intera comunità buddista della Thailandia, un rispettato monaco buddista, il 69enne Phrā Dharmācaryā Wacīranuvat, è stato accusato di aver sottratto ben 300 milioni di batt (equivalenti a circa 8,2 milioni di dollari) per finanziare la sua dipendenza dal gioco d'azzardo online.
Phrā Dharmācaryā, noto come ex abate del rinomato tempio di Wat Rai Khing nella provincia di Nakhon Pathom, è stato arrestato come risultato di un'inchiesta durata otto mesi. Le indagini hanno messo in luce una conflittualità drammatica tra i principi buddisti e il comportamento dell'abate, che avrebbe usato fondi religiosi per soddisfare il suo vizio. Queste rivelazioni hanno sconvolto i fedeli, che si fidavano cieche del monaco, il quale era stato ordinato nell'ordine monastico già all'età di soli 12 anni.
Il suo passato di servitore devoto della fede rende queste accuse ancor più sconcertanti per i fedeli. Phrā Dharmācaryā non era solo un monaco qualunque; aveva ricoperto ruoli di grande responsabilità spirituale, fungendo da governatore del 14esimo distretto ecclesiastico e presidente del comitato che si occupa dell'osservanza delle Cinque Precetti Buddhisti, un compito che richiede un'alta integrità morale.
Secondo la polizia, Phrā Dharmācaryā avrebbe sviluppato una dipendenza dal gioco d'azzardo che avrebbe iniziato anni prima e che sarebbe diventata insostenibile al punto da spingerlo a utilizzare fondi del tempio. Questo comportamento è visto come un tradimento dei valori buddisti fondamentali, che disapprovano severamente qualsiasi attività d'azzardo.
La notizia della sua caduta in disgrazia è una dura prova per il buddismo in Thailandia, dove i monaci sono considerati pilastri di virtù e guida spirituale. La comunità buddista è in subbuglio e molte domande sono state sollevate riguardo ai sistemi di controllo interni dei templi e alla supervisione delle finanze religiose.
Questo evento ha anche sollevato un dibattito più ampio sui rischi associati ai giochi d'azzardo online, che stanno aumentando grazie all'accesso semplificato tramite dispositivi tecnologici, sollevando grandi preoccupazioni tra esperti di sicurezza e autorità religiose.
Il caso di Phrā Dharmācaryā è destinato a essere un segnale di allarme per l'intera istituzione religiosa e invita a una riflessione profonda sui valori e le sfide che i leader spirituali devono affrontare nella società moderna. Mentre le indagini continuano, molti fedeli sperano ancora in una redenzione o almeno in una spiegazione che possa riportare pace e fede nel cuore del paese.