Fine di un'Era: Kodak chiude i battenti dopo 133 anni

Fine di un'Era: Kodak chiude i battenti dopo 133 anni

Eastman Kodak ammette l'incapacità di affrontare i debiti imminenti, segnando la possibile fine di un'icona fotografica

Eastman Kodak, icona leggendaria del mondo della fotografia, si avvicina alla fine del suo lungo viaggio dopo 133 anni di storia. Fondata nel lontano 1892, l'azienda ha recentemente diffuso un rapporto finanziario che rivela una realtà preoccupante: la mancanza di risorse per coprire debiti che ammontano a circa 500 milioni di dollari. Gli ultimi dati lasciano intuire che, senza un'iniezione di liquidità immediata, la chiusura definitiva potrebbe essere imminente.

Il documento aziendale sottolinea le difficoltà nel mantenere un equilibrio finanziario, menzionando l'assenza di finanziamenti confermati. In risposta a queste criticità, Kodak ha deciso di interrompere il pagamento del piano di pensionamento, risparmiando liquidità ma lasciando i suoi ex dipendenti privi di sicurezza economica. Nel contempo, le tensioni commerciali internazionali, come le "guerre tariffarie" dell'ex presidente americano Donald Trump, non sembrano influire significativamente, poiché gran parte della produzione Kodak è basata negli Stati Uniti.

La storia eroica di Kodak ha origini che risalgono al 1879 con George Eastman, vero pioniere nella diffusione della fotografia. Nel 1888, rivoluzionò il mercato lanciando la prima macchina fotografica Kodak, accessibile al grande pubblico per soli 25 dollari, accompagnata da uno slogan destinato a diventare famoso: "Premi il pulsante, noi facciamo il resto". La semplicità di utilizzo di questi apparecchi rese la fotografia molto più accessibile, aprendo le porte di questa arte nascente a chiunque avesse il desiderio di catturare immagini.

Eppure, nonostante questi inizi promettenti e il dominio del mercato per gran parte del XX secolo, con una quota di mercato statunitense del 90% nella vendita di pellicole e dell'85% nelle macchine fotografiche, l'azienda ha faticato ad adattarsi all'emergere del digitale. Nel 1975, Kodak presentò la prima videocamera digitale, una tecnologia che avrebbe potuto rivoluzionare il mercato in proprio favore. Tuttavia, le difficoltà nel capitalizzare quest'innovazione furono evidenti e nel 2012 la società dichiarò bancarotta, sommersa da debiti pari a 6,75 miliardi di dollari, dovendo gestire i reclami di 100.000 creditori.

Un momento di tregua arrivò nel 2020, quando gli Stati Uniti coinvolsero Kodak nella produzione di sostanze farmaceutiche, un'opportunità che fece aumentare temporaneamente il valore delle sue azioni. Nonostante questo impulso, non è riuscito a risolvere i problemi finanziari di fondo. Attualmente, la speranza dell'azienda è quella di rimanere a galla attraverso la produzione di pellicole e prodotti chimici per l'industria cinematografica, oltre alla licenza del suo famoso marchio per prodotti di consumo.

Sebbene Kodak continui a esplorare nuovi mercati, il sentiero si fa sempre più incerto. Questo gigante un tempo onnipresente, simbolo della fotografia analogica, sembra ora destinato a lasciare il proscenio della storia, chiudendo un capitolo iniziato con grandi promesse e spirito innovativo. La fine del viaggio di Kodak ricorda come anche i leader indiscussi possano cedere di fronte a cambiamenti tecnologici epocali. La lezione della sua parabola racchiude un monito e un richiamo all'adattabilità nel sempre mutevole panorama tecnologico.

Pubblicato Mercoledì, 13 Agosto 2025 a cura di Anna S. per Infogioco.it

Ultima revisione: Mercoledì, 13 Agosto 2025

Anna S.

Anna S.

Anna è una giornalista dinamica e carismatica, con una passione travolgente per il mondo dell'informatica e le innovazioni tecnologiche. Fin da giovane, ha sempre nutrito una curiosità insaziabile per come la tecnologia possa trasformare le vite delle persone. La sua carriera è caratterizzata da un costante impegno nell'esplorare le ultime novità in campo tecnologico e nel raccontare storie che ispirano e informano il pubblico.


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