Prima di procedere
Google ha intentato una causa contro SerpApi, una società che offre strumenti di web scraping, accusandola di violare la legge sul copyright attraverso l'uso di "mezzi ingannevoli" per accedere e raccogliere automaticamente i risultati di ricerca di Google "in proporzioni senza precedenti" per poi rivenderli ai clienti. La denuncia è stata depositata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California.
Secondo la denuncia di Google, SerpApi ha trovato un modo per eludere la tecnologia SearchGuard, implementata dall'azienda a gennaio di quest'anno per bloccare l'accesso dei servizi di SerpApi ai risultati di ricerca e ai contenuti dei partner. "Attraverso le richieste automatizzate che invia, SerpApi ricorre a una serie di distorsioni e stratagemmi per aggirare le protezioni tecnologiche implementate da Google. Ma ogni volta che utilizza questi stratagemmi, SerpApi viola la legge federale", si legge nella denuncia.
Il metodo ideato da SerpApi per aggirare SearchGuard consiste nel mascherare centinaia di milioni di richieste automatizzate, inviate quotidianamente a Google, in modo che appaiano come provenienti non da un bot, ma da utenti umani. Il fondatore di SerpApi descrive questo processo come "la creazione di browser falsi utilizzando una moltitudine di indirizzi IP che Google percepisce come utenti normali". Questa tecnica sofisticata permette a SerpApi di estrarre dati in modo massiccio, bypassando i sistemi di sicurezza progettati per proteggere i contenuti di Google.
Google ha dichiarato che i risultati di ricerca contengono una quantità "significativa" di contenuti protetti da copyright, tra cui immagini visualizzate in vari moduli di ricerca, come il Knowledge Panel. Secondo Google, SerpApi "mina" i suoi investimenti nelle licenze per la visualizzazione di materiali protetti da copyright, "fornendo contenuti ad altri servizi che non devono sostenere costi simili". In sostanza, Google accusa SerpApi di trarre profitto indebitamente dai contenuti per i quali Google paga le licenze.
Di conseguenza, Google chiede al tribunale di obbligare SerpApi a cessare la pratica di eludere le protezioni che impediscono il web scraping e di distruggere le tecnologie utilizzate a tale scopo. Google richiede inoltre un risarcimento danni per le violazioni del copyright e per i danni economici subiti a causa delle attività di SerpApi. Questa causa rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il web scraping illegale e la protezione dei diritti d'autore online. La decisione del tribunale potrebbe avere implicazioni significative per il futuro del web scraping e per la protezione dei contenuti online.
La battaglia legale tra Google e SerpApi si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione per il web scraping e l'uso non autorizzato di dati online. Molte aziende e creatori di contenuti si trovano a dover affrontare il problema del web scraping, che può danneggiare i loro interessi economici e violare i loro diritti di proprietà intellettuale. Questa causa potrebbe quindi rappresentare un precedente importante per future dispute legali in materia di web scraping e protezione dei dati online. Resta da vedere come si evolverà la situazione e quale sarà l'esito finale della causa, ma è chiaro che la posta in gioco è alta e che la decisione del tribunale avrà un impatto significativo sul futuro del web scraping.
