Il Ministero del Commercio cinese ha espresso forte disappunto in seguito alla decisione degli Stati Uniti di vietare l'importazione di droni prodotti al di fuori del territorio americano. Pechino ha definito tale mossa una «pratica perversa» e ha promesso di adottare misure per salvaguardare i diritti e gli interessi delle aziende cinesi coinvolte.
La Federal Communications Commission (FCC) degli USA ha formalmente vietato l'ingresso nel paese di nuovi droni fabbricati all'estero, con la sola eccezione di modelli specificamente raccomandati dal Ministero della Difesa o dal Ministero della Sicurezza Interna. Questa decisione appare come un diretto attacco a DJI, il colosso cinese leader mondiale nella produzione di droni.
Secondo un documento precedentemente diffuso dalla FCC, le raccomandazioni statunitensi in materia di cybersecurity e infrastrutture critiche hanno più volte evidenziato come i droni di fabbricazione straniera possano essere utilizzati per raccogliere dati sensibili, consentire accessi non autorizzati o essere disattivati da remoto tramite aggiornamenti software malevoli.
La FCC ha classificato i droni e i loro componenti, inclusi quelli prodotti da DJI, come apparecchiature di comunicazione che rappresentano un «rischio inaccettabile per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e per la sicurezza dei cittadini americani». Questa presa di posizione inasprisce ulteriormente le tensioni commerciali e tecnologiche tra le due superpotenze.
Già in agosto, i rappresentanti di DJI avevano lamentato la mancata risposta alle loro richieste di sottoporsi a una verifica da parte delle autorità statunitensi. Il superamento di tale audit avrebbe permesso all'azienda cinese di riprendere le spedizioni dei propri droni sul mercato americano. In settembre, una corte federale degli Stati Uniti ha stabilito che il Ministero della Difesa americano ha il diritto di considerare DJI come una società legata al settore della difesa cinese. Nonostante un appello presentato da DJI in ottobre, la decisione odierna della FCC sembra confermare l'esito negativo per l'azienda.
La decisione della FCC si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione negli Stati Uniti riguardo alla sicurezza dei dati e alla potenziale vulnerabilità delle infrastrutture critiche. L'amministrazione americana ha più volte espresso timori riguardo alla possibilità che aziende straniere, in particolare cinesi, possano utilizzare tecnologie come i droni per spiare o sabotare le attività americane. Questa preoccupazione è alimentata anche dalle leggi cinesi che obbligano le aziende nazionali a collaborare con il governo in materia di sicurezza nazionale.
La risposta cinese alla decisione americana non si è fatta attendere. Il Ministero del Commercio ha condannato fermamente il divieto e ha promesso di adottare tutte le misure necessarie per proteggere gli interessi delle aziende cinesi. Non è ancora chiaro quali saranno queste misure, ma potrebbero includere restrizioni all'importazione di prodotti americani o azioni legali presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). La vicenda dei droni rappresenta un nuovo capitolo nella crescente rivalità tra Stati Uniti e Cina, una rivalità che si estende ormai a numerosi settori, dalla tecnologia al commercio, dalla sicurezza alla politica.
L'impatto di questa decisione sul mercato dei droni è ancora incerto. Da un lato, il divieto potrebbe favorire le aziende americane produttrici di droni, offrendo loro un vantaggio competitivo sul mercato interno. Dall'altro, potrebbe limitare la scelta dei consumatori americani e aumentare i prezzi dei droni disponibili. Inoltre, la decisione potrebbe avere conseguenze negative per le aziende che utilizzano i droni per scopi commerciali, come l'agricoltura, l'edilizia e la sorveglianza. Resta da vedere se questa mossa proteggerà efficacemente la sicurezza nazionale degli Stati Uniti o se si rivelerà un boomerang, danneggiando l'innovazione e la competitività del paese.


