Prima di procedere
Le autorità americane, come è noto, non esitano a utilizzare il tema della sicurezza nazionale per perseguire interessi commerciali e proteggere le proprie posizioni nel commercio estero. Nonostante Xiaomi sia riuscita nel 2021 a dimostrare in tribunale la sua estraneità allo sviluppo del settore della difesa cinese, alcuni parlamentari americani tornano a chiedere la sua inclusione nella black list del Pentagono, insieme a DeepSeek e Unitree.
Secondo il South China Morning Post, si tratterebbe di un tentativo di includere queste aziende cinesi nella sezione 1260H della lista del Pentagono, che include nomi di società con cui le agenzie e gli imprenditori americani sono invitati a non intrattenere rapporti per motivi di sicurezza nazionale. L'inserimento di un'azienda cinese nella lista 1260H non comporta l'immediata applicazione di sanzioni, ma complica notevolmente le sue attività commerciali.
Nove senatori del Partito Repubblicano hanno inviato una lettera aperta al ministro della Difesa, chiedendo l'inclusione nella lista 1260H di oltre dieci aziende cinesi, tra cui Xiaomi, DeepSeek e Unitree. Xiaomi produce elettronica di consumo e veicoli elettrici, DeepSeek sviluppa sistemi di intelligenza artificiale generativa e Unitree è nota per i suoi robot umanoidi. Gli autori dell'iniziativa propongono di includere nella lista anche altre aziende cinesi attive nei settori della robotica, dello sviluppo di chip e delle biotecnologie. Il produttore cinese di droni DJI è attualmente in contenzioso con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per contestare la sua inclusione nella lista. Tentativi simili sono stati intrapresi dal gigante di internet Tencent e dal produttore cinese di batterie CATL.
Xiaomi era riuscita a ottenere la sua esclusione dalla lista 1260H nel 2021 a seguito di un procedimento giudiziario. L'azienda respinge anche le nuove accuse, sottolineando il suo impegno nella produzione di prodotti civili per il consumo. I rappresentanti di Xiaomi considerano infondati i tentativi di includere l'azienda nella lista del dipartimento militare americano. La vicenda si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Stati Uniti e Cina sul fronte tecnologico e commerciale. L'amministrazione americana, infatti, ha più volte espresso preoccupazione per il presunto coinvolgimento di aziende cinesi nel settore militare e per i rischi che ciò potrebbe comportare per la sicurezza nazionale. Da parte sua, la Cina accusa gli Stati Uniti di utilizzare pretesti legati alla sicurezza per ostacolare la crescita delle aziende cinesi e proteggere gli interessi delle imprese americane.
La possibile inclusione di Xiaomi nella black list del Pentagono potrebbe avere conseguenze significative per l'azienda, limitando l'accesso al mercato americano e complicando i rapporti con i fornitori e i partner commerciali. Resta da vedere se le autorità americane daranno seguito alla richiesta dei senatori repubblicani e quali saranno le prossime mosse di Xiaomi per difendersi dalle accuse.
