Una coalizione di 20 Stati americani, guidata da California e New York, ha intentato una causa federale contro l'amministrazione dell'ex presidente Donald Trump, contestando l'introduzione di una tassa di 100.000 dollari per la presentazione di domande di visto di lavoro H-1B. Questo visto è fondamentale per le aziende statunitensi che desiderano assumere specialisti stranieri altamente qualificati.
La causa, depositata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto del Massachusetts, mira a invalidare l'ordinanza di Trump, considerata illegale e dannosa per l'economia e l'istruzione superiore. I procuratori generali degli Stati coinvolti sostengono che la tassa eccessiva rappresenta un ostacolo significativo all'assunzione di talenti internazionali, compromettendo la competitività delle aziende americane e la qualità dei servizi essenziali.
Il programma di visti H-1B consente alle aziende statunitensi di assumere lavoratori stranieri con competenze specialistiche in settori in cui non sono disponibili lavoratori americani qualificati. Aziende tecnologiche con sede in California, tra cui Meta, Google e Apple, sono tra i principali utilizzatori del programma. Le università e gli istituti di ricerca statunitensi utilizzano il visto H-1B per attrarre docenti e ricercatori di talento da tutto il mondo. La tassa di 100.000 dollari per domanda è vista come una misura protezionistica che danneggia l'innovazione e la crescita economica.
Secondo il procuratore generale della California, Rob Bonta, la tassa sui visti è "devastante per tutti gli stati, inclusa la California, e minaccia la qualità dell'istruzione, dell'assistenza sanitaria e di altri servizi essenziali disponibili per i nostri residenti". La causa legale evidenzia come la tassa imposta dall'amministrazione Trump avrebbe un impatto negativo su diversi settori chiave dell'economia americana, limitando l'accesso a competenze specialistiche e ostacolando la crescita delle imprese.
Simili azioni legali erano state intraprese in precedenza da sindacati e rappresentanti di organizzazioni mediche e religiose, che avevano presentato ricorso presso il tribunale distrettuale della California per bloccare le modifiche alla legge sull'immigrazione. Queste organizzazioni sostenevano che la tassa avrebbe danneggiato ospedali, chiese, scuole e piccole imprese. L'ampia coalizione di 20 Stati che ora si oppone alla tassa sui visti H-1B sottolinea la crescente preoccupazione per le politiche restrittive sull'immigrazione e il loro impatto sull'economia e sulla società americana.
Oltre a California, Massachusetts e New York, hanno firmato la causa anche i procuratori generali di Arizona, Colorado, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Maryland, Michigan, Minnesota, Nevada, North Carolina, New Jersey, Oregon, Rhode Island, Vermont, Washington e Wisconsin. Questa ampia rappresentanza geografica e politica dimostra la portata del dissenso contro le politiche sull'immigrazione dell'amministrazione Trump e la determinazione a proteggere gli interessi economici e sociali dei rispettivi stati.
La battaglia legale sul visto H-1B rappresenta un importante banco di prova per le politiche sull'immigrazione negli Stati Uniti e potrebbe avere implicazioni significative per il futuro dell'innovazione, della competitività e della diversità nel paese. La decisione del tribunale avrà un impatto diretto sulle aziende, sulle università e sui lavoratori stranieri che contribuiscono in modo significativo all'economia e alla società americana.
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