Apple ha visto un notevole incremento del valore delle sue azioni questa settimana, segnando un aumento del 13%, il più imponente degli ultimi cinque anni. Questa crescita significativa è avvenuta in seguito all'incontro tra il CEO di Apple, Tim Cook, e il presidente degli Stati Uniti di allora, Donald Trump, presso la Casa Bianca. Alla chiusura delle contrattazioni di venerdì, il prezzo per azione del noto produttore dell'iPhone ha raggiunto i 229,35 dollari. Complessivamente, questa impennata ha comportato per l'azienda un incremento del 13% nell'arco di una sola settimana, il miglior risultato dal luglio 2020, quando l'ultima grande cavalcata delle azioni era stata registrata.
Dal punto di vista del mercato, la capitalizzazione di Apple ha subito un'accelerazione di oltre 400 miliardi di dollari, nuova vetta che ha portato il suo valore complessivo a circa 3,4 trilioni di dollari. Attualmente, Apple si posiziona al terzo posto nella classifica mondiale per capitalizzazione di mercato, superando giganti come Alphabet e Amazon ma restando dietro a Nvidia e Microsoft.
Nella giornata di mercoledì, Tim Cook ha visitato la residenza presidenziale per annunciare un piano ambizioso che prevede lo stanziamento di 100 miliardi di dollari destinati all'acquisto di prodotti e componenti fabbricati negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni. Questo imponente piano d'investimenti ha ricevuto il plauso del presidente Trump, il quale ha dichiarato che tali iniziative potrebbero permettere ad Apple di evitare le nuove tariffe doganali che potrebbero essere imposte in futuro sui semiconduttori di importazione.
In passato, gli investitori erano stati allarmati dalla prospettiva di potenziali dazi imposti dall'amministrazione Trump, temendo un impatto negativo significativo sulla redditività di Apple. Soltanto il mese precedente, l'azienda aveva avvertito che un incremento delle tariffe avrebbe potuto far salire i costi trimestrali di oltre un miliardo di dollari.
L'accordo di investimento sulle componenti americane rappresenta dunque una mossa strategica per consolidare le basi di Apple nel mercato statunitense, ma non solo. Oltre a rafforzare la presenza economica nel Paese, l'intento è anche quello di preservare le margini di profitto della compagnia, proteggendo al tempo stesso il proprio business dalla volatilità dei mercati internazionali.
Con lo scenario geopolitico che continua a restituire incertezze, soprattutto in relazione alle tensioni commerciali, l'impegno a lungo termine di Apple negli Stati Uniti potrebbe fungere non solo da scudo contro i dazi import/export, ma anche come spinta per avanzare nell'innovazione attraverso l'acquisto di tecnologia di avanguardia prodotta a livello locale.
Nonostante l'attuale corsa al rialzo delle azioni di Apple, il futuro resta comunque incerto, come spesso accade nel volatile mondo del mercato azionario. Resta da vedere se l'innovativo piano presentato da Tim Cook sarà in grado di superare eventuali nuove sfide economiche e di mercato che si potrebbero presentare nelle fasi future.