Il 20 maggio 2025, notizie allarmanti sono state diffuse riguardo lo stato della produzione di chip in Giappone, rivelando una situazione critica per le nuove fabbriche. Nonostante le aspettative di crescita nel settore dei semiconduttori, circa la metà delle fabbriche di chip recentemente stabilite nel paese è rimasta fortemente sottoutilizzata. Questo fenomeno è in gran parte causato dalla mancata partecipazione nel boom dell'Intelligenza Artificiale (IA) che ha interessato altri settori.
La tradizionale destinazione dei componenti semiconduttori per computer e smartphone sta vivendo una stagnazione dalla pandemia, e la domanda non mostra segni di recupero significativo. Le industrie giapponesi, che operano principalmente con processi di litografia matura, non hanno beneficiato dell'innovazione nel campo dell'IA come sperato. I dati rivelano che delle sette fabbriche nuove o acquiste nel periodo tra il 2023 e il 2024, solo tre hanno iniziato la produzione di massa, mentre le altre restano in attesa di una spirale di domanda adeguata.
Renesas Electronics e altre aziende giapponesi sono attualmente sotto pressione per evolvere e ridurre la dipendenza dalla Cina, sperando di ripristinare una quota di mercato che un tempo era dominante a livello globale. Negli anni '80, il Giappone era il principale produttore di semiconduttori con una partecipazione che ora è scesa al 7,1%, il valore più basso registrato negli ultimi decenni.
Il paese spera in una svolta grazie a iniziative come quelle dalla start-up Rapidus, che mira a produrre chip a 2 nm entro il 2027 sull'isola di Hokkaido, collaborando anche con aziende internazionali prestigiose come IBM e Imec. Tuttavia, la maggior parte degli impianti giapponesi attuali sono ancora bloccati su tecnologie obsolete, come i processi a 40 nm, rendendo ardua la competizione con i mercati più avanzati.
Persino progetti ambiziosi come la joint venture JASM, che vede il coinvolgimento di colossi come TSMC, Sony e Denso, devono fare i conti con una capacità produttiva non ancora sfruttata al massimo delle potenzialità. La rarefazione degli ordini ha costretto JASM a ritardare la costruzione di ulteriori impianti, poiché la domanda non è sufficiente a saturare le linee di produzione esistenti. Anche Sony, pur avendo iniziato lavori per nuove strutture per la produzione di sensori d'immagine, ha messo in pausa l'equipaggiamento delle fabbriche attive aspettando un più sicuro riempimento degli ordini.
Il panorama globale non è più roseo; il carico di lavoro medio delle fabbriche di chip nel mondo oscilla solo tra il 60% e il 70% rispetto a un considerato normale impiego del 80% a 90%. Con l'aggiunta delle tariffe imposte dagli Stati Uniti sui semiconduttori importati, che potrebbero ulteriormente danneggiare l'export giapponese, il panorama futuro delle industrie tecnologiche nel Paese del Sol Levante rimane incerto e ricco di sfide.