Anche nell'era dei taxi senza conducente, l'intervento umano rimane cruciale. Waymo, la compagnia di robotaxi che opera in diverse città americane, si trova spesso a dover ricorrere a persone in carne ed ossa per risolvere problemi apparentemente banali. Chiudere una portiera, ad esempio, può trasformarsi in una sfida insormontabile per l'intelligenza artificiale.
Il sistema dei robotaxi Waymo può bloccarsi se un passeggero lascia la portiera socchiusa o se l'auto rischia di esaurire la batteria prima di raggiungere la stazione di ricarica. Per far fronte a queste eventualità, Waymo utilizza un'app, Honk, attraverso la quale ingaggia persone disposte a chiudere una portiera per 20-25 dollari, oppure proprietari di carroattrezzi pronti a trainare il veicolo per 80 dollari.
Cesar Marenco, titolare di Milagro Towing a Inglewood, racconta di effettuare fino a tre interventi a settimana per conto di Waymo. Secondo Marenco, l'errore umano è inevitabile quando manca un conducente in grado di fornire assistenza. Un episodio emblematico è avvenuto a Los Angeles, dove un passante ha aiutato un robotaxi Waymo a chiudere la portiera posteriore, che il sistema non riconosceva come chiusa.
Katherine Barna, portavoce di Waymo, minimizza l'incidenza di questi inconvenienti, sottolineando il costante impegno dell'azienda nel migliorare le procedure di imbarco e sbarco dei passeggeri. Barna aggiunge che Waymo si avvale di sistemi GPS di backup per una localizzazione precisa. L'economista Keith Chen, ex Uber, suggerisce a Waymo di ridurre i costi coinvolgendo autisti Uber o Lyft per assistere i robotaxi, oppure incentivando i passeggeri a chiudere le portiere delle auto vicine tramite una funzione integrata nell'app.
Nel frattempo, a San Francisco, Waymo sta testando veicoli di nuova generazione, progettati appositamente dall'azienda cinese Zeekr. Questi modelli sono dotati di portiere scorrevoli elettriche, simili a quelle dei minivan, in grado di aprirsi e chiudersi automaticamente.
Durante una recente interruzione di corrente a San Francisco, numerosi robotaxi Waymo si sono bloccati agli incroci, poiché i loro sistemi hanno impiegato più tempo del previsto per interpretare correttamente la situazione dei semafori spenti. Ciò ha causato ingorghi significativi in città. Ethan Teicher, un rappresentante dell'azienda, ha spiegato che il software considera tali incroci come intersezioni a quattro vie, ma il sistema è stato sopraffatto dal numero elevato di richieste di assistenza inviate contemporaneamente agli operatori remoti. In occasione del blackout, la società Alpha Towing and Recovery ha rifiutato le richieste di rimozione dei veicoli Waymo a causa della tariffa insufficiente offerta: 80 dollari anziché i 250 dollari standard.
Come evidenzia il The Washington Post, le autorità cittadine hanno reagito duramente. Bilal Mahmood, membro del consiglio di sorveglianza di San Francisco, ha definito tali malfunzionamenti "pericolosi e inaccettabili", sollecitando un'indagine sul funzionamento di Waymo. Gli esperti, dal canto loro, sottolineano come l'attuale modello di gestione della flotta richieda un notevole impiego di risorse umane. Philip Koopman, ex professore della Carnegie Mellon University che studia le auto a guida autonoma da quasi 30 anni, afferma che pagare persone per chiudere le portiere e trainare veicoli in panne rappresenta un costo elevato per Waymo, che deve ridurre al minimo tali inconvenienti. L'automazione completa, dunque, sembra ancora lontana, e l'apporto umano rimane indispensabile per garantire il corretto funzionamento dei robotaxi.

