L’Italian Journal of Psychiatry ha recentemente pubblicato uno studio intitolato “Il punto di vista dei giocatori d’azzardo patologici sulla riduzione del danno e la prevenzione: uno studio osservazionale nel mondo reale”.
La ricerca
Questa ricerca ha preso in esame le opinioni di 104 giocatori d’azzardo patologici in Italia, i quali avevano un’età compresa tra i 18 e i 75 anni, con l’obiettivo di approfondire la loro prospettiva riguardo alle politiche di riduzione del danno e alle misure di prevenzione. Secondo quanto riportato da Il Giornale, la maggior parte dei partecipanti (87,5%) era di sesso maschile, e il punteggio medio del SOGS (South Oaks Gambling Screen) era di 10,2, indicando un Disturbo da gioco d’azzardo di gravità moderata o elevata.
Le modalità di gioco più comuni tra i soggetti intervistati includevano le slot machine fisiche (53,1%), le scommesse online (50%) e le scommesse effettuate nei punti vendita fisici (43,7%). Inoltre, il 75% dei partecipanti ha dichiarato di praticare più forme di gioco, con una significativa fetta (59,4%) che utilizza piattaforme online. Malgrado ciò, il settore del gioco al dettaglio è stato quello più colpito da limitazioni, quali distanziometri e restrizioni orarie.
Restrizioni inefficaci
In merito alla regolamentazione vigente, ben il 71,9% degli intervistati ha ritenuto le attuali restrizioni sul gioco fisico inefficaci. Sul fronte del gioco online, la percezione comune è quella di un accesso maggiore, con l’81,1% dei partecipanti che lo considera più facilmente accessibile, e il 45,4% che lo vede in grado di offrire sessioni di gioco prolungate.
Questi risultati mettono in luce l'urgenza di implementare una regolamentazione chiara e unificata sia per il gioco fisico che per quello online, al fine di ottenere risultati efficaci nella lotta contro la dipendenza da gioco d'azzardo.
Fonte: agimeg.it