Zinedine Zidane, una delle figure più iconiche del calcio mondiale, ha fatto un'apparizione accattivante al Festival dello Sport di Trento, dove ha offerto uno sguardo raro e intenso sui suoi piani futuri. Pur essendo lontano dalle panchine dal 2021, Zidane ha rivelato con fiducia che il ritorno all'allenamento non è solo una possibilità, ma una certezza. Il francese ha catturato il cuore del pubblico condividendo il suo grande sogno: guidare la nazionale francese dopo l'era di Didier Deschamps. Tuttavia, il suo legame con la Juventus rimane forte e intenso, come ha esplicitamente espresso: "Tornerò certamente ad allenare. La Juventus è nel mio cuore perché mi ha dato tanto, anche se non so perché non ci sia mai stato un ritorno. Ma il sogno è allenare la nazionale francese".
Nel corso del suo intervento, Zidane ha riflettuto sui momenti che hanno definito la sua carriera, sia come giocatore che nel suo percorso da allenatore. Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, Zidane ha intrapreso una nuova avventura iscrivendosi a un corso per allenatori. Tra le tante influenze nel suo percorso, ha ricordato con gratitudine Marcello Lippi, che considera il suo principale mentore. "Arrivai in Italia in un momento di difficoltà, ma Lippi mi ha sempre dato fiducia. La sua influenza è stata determinante", ha detto Zidane, riflettendo sugli anni passati alla Juventus e sul profondo impatto che Lippi ha avuto su di lui.
Durante gli anni d'oro trascorsi alla Juventus, dal 1996 al 2001, Zidane si è immerso nella filosofia del club, centrata su una vittoria costante e continua, e ha goduto della compagnia di fuoriclasse come Alessandro Del Piero. Ha ricordato con affetto Gianni Agnelli, l'avvocato e patriarca della famiglia che controlla la Juventus, che spesso lo chiamava nelle prime ore del mattino per lodarlo per le sue prestazioni sul campo.
Analizzando il complesso rapporto della Juventus con la Champions League, Zidane ha cercato di capire le sconfitte nelle finali del '97 contro il Borussia Dortmund e del '98 contro il Real Madrid. "Per vincere la Champions ci vogliono molti fattori", ha dichiarato, sottolineando la difficoltà e la complessità di questa prestigiosa competizione.
Un altro aneddoto ha coinvolto il suo trasferimento al Real Madrid, una svolta nella sua carriera avviata da un bigliettino passatogli da Florentino Perez durante un gala a Monaco. Zidane ha accettato la sfida dopo cinque memorabili anni in bianconero, smantellando il mito che i giocatori esperti come Figo non gli passassero il pallone.
Con una vena nostalgica, Zidane ha commentato l'evoluzione del numero 10 nel calcio moderno, lamentando la mancanza di calciatori in grado di ricevere la palla tra le linee e creare azioni da soli. Tuttavia, ha mostrato ottimismo citando giovani talenti come Yamal e Yildiz che incarnano ancora questa tradizione.
Infine, Zidane ha parlato della passione come elemento indispensabile per un allenatore, al di là dei risultati. "È fondamentale trasmettere qualcosa di significativo ai giocatori", ha concluso, sottolineando che la passione è il motore del successo, sia a livello personale che collettivo. Questa visione è quella che Zidane sembra voler perseguire, sia che il suo futuro lo veda seduto sulla panchina di un grande club come la Juventus, sia che approdi alla guida della nazionale francese.