Le lacrime di gioia trattenute a stento davanti ai genitori, le parole misurate e il sorriso radioso: tutto, in quel momento, raccontava la felicità di un quarto posto che rappresenta molto più di un semplice risultato. Per Oliver Bearman, talentuoso pilota britannico, è l'alba di una carriera che promette emozioni e successi ben più grandi. Due anni fa, proprio sul circuito di Città del Messico, Bearman assaporava per la prima volta l'atmosfera della Formula 1, partecipando a una sessione di prove libere al volante della Haas. Oggi, sullo stesso tracciato, ha ricordato a tutti perché la Ferrari ha scelto di puntare su di lui, inserendolo nella sua prestigiosa Driver Academy (FDA). Con una prestazione maiuscola, ha regalato alla scuderia statunitense il miglior risultato della sua storia, eguagliando l'impresa compiuta da Romain Grosjean nel 2018.
Il weekend messicano è stato una vera e propria consacrazione per Bearman, non solo per il risultato finale, ma soprattutto per aver messo in luce le sue straordinarie qualità. In particolare, in qualifica, il giovane pilota ha dimostrato un talento naturale sul giro secco, una dote che aveva già fatto intravedere nelle categorie minori. Questa sua abilità è emersa più volte nel confronto con Esteban Ocon, ma a Città del Messico si è rivelata decisiva. "Avevamo il passo per restare lì anche in gara. Russell e Piastri non sono riusciti ad attaccarmi, per cui abbiamo fatto qualcosa di giusto. Sono molto contento del giro fatto in qualifica, uno di quelli di cui vado molto fiero, e questo ci ha ripagato in gara", ha dichiarato Bearman al termine della corsa.
Indubbiamente, il tracciato di Città del Messico, con il suo asfalto liscio e le numerose zone di trazione, si adattava particolarmente bene alla VF-25. L'unico limite era rappresentato dall'eccessivo drag generato da un'ala più carica, un compromesso che la Haas si è portata dietro per tutta la stagione. Tuttavia, proprio questo compromesso ha pagato in Messico, soprattutto in trazione, e Bearman è stato abile a valorizzare al massimo le potenzialità della vettura, fin dal giro secco. Partire dalle posizioni avanzate gli ha permesso non solo di evitare il caos al via, con lo stesso Ocon coinvolto in un contatto in curva 1, ma anche di trovarsi nelle condizioni ideali per sfruttare il disordine creatosi davanti a lui, una situazione che Bearman ha gestito con grande lucidità.
Dopo un ottimo scatto dalla nona casella, l'inglese si è subito portato alle spalle di Piastri e Antonelli per sfruttarne la scia, riuscendo a superare l'australiano già prima di curva 1. In quel frangente, Bearman ha mostrato grande maturità: invece di forzare la staccata, rischiando di arrivare lungo nella scia sporca, ha scelto di anticipare leggermente la frenata, garantendosi così la traiettoria ideale per affrontare la chicane. Mentre altri piloti sono arrivati lunghi o sono finiti sulla parte più sporca dell'asfalto, il britannico della Haas ha saputo posizionarsi con precisione, affrontando la chicane entro i limiti del tracciato e preparandosi al meglio per l'uscita da curva 3. Un dettaglio cruciale: quella traiettoria pulita gli ha garantito la trazione necessaria per lanciarsi all'attacco di Antonelli in curva 4 e salire così in sesta posizione.
L'altro momento decisivo è arrivato al sesto giro, quando Bearman ha saputo approfittare della bagarre tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, che ha coinvolto anche George Russell. In quella confusione, Bearman è stato impeccabile, superando in sequenza prima il britannico della Mercedes e poi l'olandese della Red Bull, issandosi al quarto posto che ha difeso con le unghie e con i denti fino alla bandiera a scacchi. Una fase di gara estremamente delicata, in cui era facile commettere un errore. Anche in questo caso, però, Oliver ha mostrato grande lucidità: "Hamilton e Max hanno avuto un piccolo contatto e ne ho approfittato anch’io. Onestamente, me la stavo facendo addosso ad andare ruota a ruota con Max, ma è davvero incredibile poter lottare così con piloti che ho guardato fin da quando ho iniziato a seguire la F1. E poi l’ho avuto negli specchietti per un bel po’, quindi è stata la situazione di gara in cui ho sentito più pressione in assoluto".
Certo, le posizioni non sono rimaste immutate: Hamilton è stato penalizzato per il taglio e per il vantaggio ottenuto in quell'occasione, mentre Verstappen ha rimontato fino al podio grazie a una sosta in meno rispetto ai rivali. Ma al di là dei giochi di strategia e delle penalità, ciò che ha colpito davvero è stata la solidità e la costanza mostrate da Bearman lungo tutto l'arco della gara, gestendo i piloti Mercedes con grande autorità, senza mai metterli davvero nelle condizioni di attaccare. Si potrebbe obiettare che la seconda sosta non fosse indispensabile, ma si è trattato di un vero effetto a cascata. Con la soft, rivelatasi la gomma più efficace del weekend già dal venerdì, Verstappen era l’uomo da tenere d’occhio per la rincorsa al podio, soprattutto nel momento in cui Antonelli e Piastri hanno scelto di fermarsi per un secondo pit stop, dandogli strada libera.
Senza quel pit stop, probabilmente Verstappen si sarebbe ritrovato imbottigliato in un trenino, aumentando le chance di Bearman di difendere il podio. Ma nel momento in cui Antonelli e Piastri si sono fermati, l’olandese ha potuto guadagnare subito due posizioni e lanciarsi all’inseguimento. Non c’erano dubbi sulla tenuta della soft: per questo la Haas ha preferito puntare a consolidare almeno il quarto posto, piuttosto che rischiare di difendere il podio con una mescola meno efficace. "A un certo punto con quella media l’idea era arrivare fino alla fine, ma poi mi è arrivato l’ordine all’ultimo di tornare ai box. Penso che nella nostra posizione sarebbe stato un po’ rischioso provare a restare fuori e puntare al podio, con il rischio però di finire sesti o settimi. Credo che abbiamo fatto la scelta giusta, anche se forse ci ha tolto la possibilità di lottare per il podio. Ma abbiamo chiuso quarti, che è positivo", ha raccontato il britannico a fine gara. Un risultato che premia il talento di Oliver Bearman e il lavoro di tutto il team Haas.
Prima di procedere


