Musetti si confessa: "Sinner non è un nemico, ma un esempio"

Il tennista italiano parla della sua rivalità con Sinner, del suono della pallina e delle sue fragilità emotive

Musetti si confessa: Sinner non è un nemico, ma un esempio

Lorenzo Musetti si mette a nudo in una recente intervista, toccando temi che spaziano dalla sua rivalità con Jannik Sinner, al suo rapporto quasi intimo con il suono della pallina, fino alle sue fragilità emotive. Un ritratto a tutto tondo di un talento del tennis italiano, che non si nasconde dietro la patina del successo, ma mostra le sue debolezze e le sue aspirazioni.

Sul tema della rivalità con Sinner, Musetti è categorico: "'Per fortuna' che ho Sinner, non dirò mai 'purtroppo'. Non esiste una rivalità di quel genere, esasperare le tensioni nello sport, che ne ha tante, non serve. E poi Jannik ce l'ho a fianco. Non è un nemico che mi toglie l'aria, è un campione che indica la via. Un punto di riferimento". Parole che suonano come una dichiarazione di stima e ammirazione nei confronti del connazionale, piuttosto che come l'ammissione di una competizione accesa. Musetti riconosce le qualità superiori di Sinner in termini di potenza, solidità e costanza, ma non le vive come uno svantaggio. Anzi, le considera uno stimolo a migliorarsi, pur nel rispetto delle proprie diversità.

Il tennista carrarino, nato nel 2002, parla anche del suo rapporto speciale con il suono della pallina: "Mi piace il rumore della palla. Che poi è un suono, non una cosa che disturba. Dice, racconta, ricorda. È una questione di ritmo, di orecchio, è un battito". Un suono che lo accompagna fin da bambino, quando giocava nello scantinato della nonna, e che per lui è diventato una sorta di melodia, un sottofondo costante della sua vita.

Ma Musetti è anche consapevole dei suoi limiti e delle sue fragilità. Ammette di essere spesso preda di tempeste emotive, di alternare momenti di gioia a momenti di dolore in modo intenso e feroce. "Tutto cambia in fretta: dal bello passi al brutto, sei in cima, ti ritrovi sul fondo. Dal paradiso all'inferno". Confessa di avere una sensibilità esasperata, che a volte lo porta a reagire in modo inappropriato, con commenti che non lo rendono orgoglioso. Tuttavia, rivendica il suo essere toscano, il suo modo di esprimersi schietto e diretto, senza la volontà di offendere o creare conflitti.

Musetti rivela di aver lavorato su questi aspetti del suo carattere, anche con l'aiuto di uno psicoterapeuta, anche se poi ha interrotto la collaborazione. Non cerca la perfezione, non vuole essere politicamente corretto, ma cerca di migliorarsi, di controllare le sue emozioni, di non farsi sopraffare dalle spirali negative.

Infine, Musetti si racconta come un personaggio fuori dal coro, diverso dagli altri tennisti, con le sue emozioni, i suoi masochismi, le sue complessità. Rivendica la sua diversità e si dice contento se le persone si ritrovano nei suoi alti e bassi. Invidia la continuità che hanno altri giocatori, ma lavora per ottenerla, pur rimanendo un pezzo unico, non un prodotto standardizzato.

In conclusione, l'intervista a Lorenzo Musetti offre uno spaccato autentico e sincero di un giovane talento del tennis italiano, che non ha paura di mostrare le sue fragilità e le sue aspirazioni. Un campione in divenire, che sta crescendo e maturando, sia come atleta che come persona.

Pubblicato Mercoledì, 26 Novembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Mercoledì, 26 Novembre 2025

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