Il 6 settembre 2025 si è conclusa una delle cause legali più seguite del panorama tecnologico: Anthropic, nota azienda specializzata in intelligenza artificiale, è stata condannata a pagare almeno $1,5 miliardi per violazione del copyright ai danni di un gruppo di autori. La sentenza è arrivata dopo un lungo contenzioso legale, originato dall'uso illecito di opere letterarie utilizzate senza permesso nei sistemi di apprendimento automatico dell'azienda.
Il nucleo della controversia riguarda l'impiego di queste opere da parte dei sistemi di intelligenza artificiale sviluppati da Anthropic. Gli autori delle opere, i cui lavori sono stati presi come materiali di addestramento, hanno lamentato che l'impiego di tali opere costituiva una palese violazione dei diritti d'autore. Secondo quanto riportato da NBC News a giugno, una sentenza preliminare aveva riconosciuto l'uso delle opere, dichiarando che Anthropic avesse fornito una rilevante rielaborazione dei testi. Tuttavia, il tribunale ha ulteriormente stabilito che le opere utilizzate provenivano in gran parte da fonti illegali, come Library Genesis e Pirate Library Mirror, rendendo il loro uso una violazione dei diritti d'autore.
La comunità degli autori ha insistito su una compensazione che ammonta a circa 3.000 dollari per ciascuna delle opere utilizzate. Con oltre 500.000 opere coinvolte, Anthropic si trova a dover pagare immediatamente una tranche iniziale di $300.000 in un fondo speciale, cinque giorni dopo l'entrata in vigore della sentenza definitiva. Importante sottolineare che la cifra di $1,5 miliardi rappresenta solo la soglia minima di compensazione; le somme finali potrebbero superarla, qualora venisse accertato l'uso di ulteriori opere di cui non si era tenuto conto inizialmente.
Questa decisione storica nel campo del diritto d'autore ha già iniziato a scuotere i fondamenti dell'industria tecnologica. Si tratta di una delle più grandi cifre mai imposte in una causa legale per violazione del copyright e senza dubbio costituirà un precedente per altre situazioni simili in futuro. Le aziende del settore devono ora rivedere accuratamente le loro pratiche relative all'uso del materiale per l'addestramento di sistemi con intelligenza artificiale, poiché il rischio di incorrere in sanzioni analoghe è diventato più tangibile.
Il caso in questione mette in luce un problema cruciale nell'era digitale: la protezione dei diritti d'autore nei confronti delle nuove tecnologie. Mentre l'intelligenza artificiale continua a svilupparsi e a trovare nuove applicazioni, la questione dei materiali di addestramento utilizzati rimane una zona grigia. L'industria deve ancora adattarsi a standard più rigidi e a normative che salvaguardino equamente i diritti di autori e creatori, che rischiano altrimenti di vedere sfumare il frutto del loro lavoro.