Apple è stata condannata nel Regno Unito in una causa storica che potrebbe costarle fino a 1,5 miliardi di sterline. La battaglia legale, promossa dalla dottoressa Rachael Kent a nome di 36 milioni di consumatori britannici, riguarda le commissioni applicate da Apple all'interno del suo App Store. Il tribunale ha dato ragione ai querelanti, stabilendo che le commissioni imposte da Apple per i pagamenti nel suo ecosistema erano eccessive e ingiustificate nel periodo compreso tra il 2015 e il 2024.
La sentenza, emessa nell'ottobre di quest'anno, potrebbe costringere Apple a risarcire tutti gli utenti britannici che hanno effettuato acquisti sull'App Store nel periodo incriminato, a meno che la società non riesca a ribaltare la decisione in appello. Secondo il tribunale, Apple avrebbe dovuto applicare una commissione del 17,5% sulla vendita di applicazioni e non più del 10% sui pagamenti effettuati all'interno delle app. Inoltre, agli sviluppatori di app non dovrebbe essere richiesto di pagare più del 10% di commissione.
Questa non è l'unica controversia legale che coinvolge le politiche di Apple e Google riguardo ai loro store di applicazioni nel Regno Unito. Nel 2026, un altro tribunale dovrà esaminare un'ulteriore causa contro le due società, che potrebbe portare a un risarcimento fino a 1 miliardo di sterline. Queste azioni legali, promosse da accademici ed attivisti, sostengono che le elevate commissioni imposte da Apple e Google violano i diritti dei consumatori e le leggi sulla concorrenza. Gli accusatori ritengono che gli utenti non siano pienamente consapevoli delle condizioni applicate ai pagamenti e che le società non forniscano informazioni sufficientemente chiare sui costi dei loro servizi.
Google si difende affermando che tali azioni legali rischiano di compromettere un sistema che ha contribuito a ridurre i prezzi e ad ampliare la scelta per gli utenti. L'azienda sostiene che, se le richieste degli attivisti venissero accolte, il download di applicazioni su Android diventerebbe più complesso e meno sicuro. Apple, dal canto suo, deve affrontare anche una causa da 3 miliardi di sterline promossa dall'associazione Which?, che accusa la società di obbligare i consumatori a utilizzare il suo servizio di cloud storage iCloud. Apple nega queste accuse e afferma che la maggior parte delle commissioni applicate non supera il 15%. Inoltre, sottolinea il contributo significativo dell'App Store all'economia britannica, con un fatturato di oltre 55 miliardi di dollari lo scorso anno.
La dottoressa Kent insiste sul fatto che, dopo la pandemia, i consumatori sono stati costretti a utilizzare maggiormente i servizi online a pagamento e che è fondamentale garantire che questi servizi siano offerti a condizioni economiche accettabili. Sottolinea inoltre l'importanza di educare gli utenti sul funzionamento di questi sistemi, in modo che siano pienamente consapevoli di come vengono spesi i loro soldi. La vicenda solleva un dibattito più ampio sul potere delle grandi aziende tecnologiche e sulla necessità di proteggere i consumatori da pratiche commerciali potenzialmente abusive. La sentenza nel Regno Unito potrebbe rappresentare un precedente importante per altre azioni legali simili in tutto il mondo. Attualmente, l'attenzione è rivolta alla possibile risposta di Apple e alle sue prossime mosse legali.

