Il futuro di Apple sembra essere sempre più orientato verso la robotica. Dopo aver rivoluzionato il mondo degli smartphone e aver abbracciato l'intelligenza artificiale con Apple Intelligence, il colosso di Cupertino guarda ora al settore dei robot come prossima frontiera di crescita. Secondo una recente analisi di Morgan Stanley, il comparto Apple Robotics potrebbe generare, entro il 2040, ricavi annui fino a 130 miliardi di euro. Questa cifra è paragonabile all'attuale fatturato dell'App Store e superiore alla somma dei ricavi generati da Mac e iPad.
Gli analisti prevedono che il primo prodotto di questa nuova linea potrebbe arrivare già nel 2027: si tratterebbe di un hub motorizzato da tavolo, progettato per muoversi autonomamente e seguire l'utente, assistendolo nelle attività quotidiane, sia in casa che in ufficio. Questo approccio, tipicamente Apple, riflette la volontà dell'azienda di entrare in un mercato solo quando la tecnologia è sufficientemente matura e il contesto favorevole.
Morgan Stanley è convinta che questa nuova generazione di dispositivi darà vita a una categoria inedita, basata sul concetto di "AI incarnata": macchine dotate non solo di intelligenza artificiale, ma anche di una presenza fisica, capaci di muoversi e agire in modo autonomo. In un orizzonte temporale di 15 anni, Apple potrebbe arrivare a controllare circa il 9% del mercato mondiale della robotica, portando i ricavi del settore a superare i 130 miliardi di euro all'anno. In uno scenario più ottimistico, la quota di mercato potrebbe raggiungere il 22%, spingendo il fatturato vicino ai 280 miliardi annui, un valore paragonabile all'attuale business dell'iPhone.
Dietro questa potenziale evoluzione ci sarebbero anni di ricerca e sviluppo, e diversi progetti paralleli. Gli analisti citano, ad esempio, l'esperienza maturata con Project Titan, il programma dedicato ai veicoli autonomi, e con il robot Daisy, utilizzato per il riciclo degli iPhone. Queste iniziative avrebbero permesso ad Apple di sviluppare competenze avanzate in settori chiave come la sensoristica, la mobilità e l'ingegneria meccanica. A conferma di questa direzione, negli ultimi mesi Apple avrebbe intensificato le assunzioni nel campo della robotica e depositato nuovi brevetti in collaborazione con partner come BYD.
Il motore di questa futura espansione sarà Apple Intelligence, la piattaforma che già integra l'AI multimodale in dispositivi come iPhone, iPad e Mac. La capacità di percepire l'ambiente circostante, ragionare e imparare in tempo reale sarà fondamentale per creare robot realmente utili e funzionali, e non semplici gadget in movimento. In prospettiva, anche accessori come gli AirPods, dotati di sensori avanzati, potrebbero contribuire alla raccolta di dati spaziali e visivi necessari al funzionamento dell'intelligenza robotica, sempre nel rispetto della privacy degli utenti.
In una prima fase, Apple potrebbe considerare i robot come una naturale estensione del proprio ecosistema hardware, creando dispositivi di design pensati per interagire con gli utenti e offrendo servizi su abbonamento dedicati. Tra le funzioni previste, librerie di compiti personalizzati, gestione domestica e funzioni cloud potenziate. Secondo Morgan Stanley, l'azienda potrebbe anche utilizzare i propri robot nei processi produttivi interni, testandone l'affidabilità prima di proporli su larga scala al mercato consumer.
Naturalmente, il percorso non sarà privo di ostacoli. Concorrenti come Tesla e Boston Dynamics hanno già sviluppato prototipi di robot umanoidi in fase avanzata, e diverse startup cinesi stanno accelerando nella stessa direzione. Tuttavia, la forza di Apple potrebbe risiedere nel suo approccio: sviluppare con calma, integrare profondamente le tecnologie e lanciare prodotti che le persone percepiscono immediatamente come familiari, sicuri e facili da usare. La chiave del successo sarà, come sempre, la capacità di innovare e di creare un'esperienza utente unica e distintiva.
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