Il Sistema solare sfreccia nello spazio a velocità Inaudita: Rivoluzione cosmologica

Nuove osservazioni suggeriscono che la velocità del nostro sistema solare sia quasi quattro volte superiore a quanto stimato, sfidando i modelli cosmologici attuali

Il Sistema solare sfreccia nello spazio a velocità Inaudita: Rivoluzione cosmologica

Da tempo gli astronomi sanno che il Sistema Solare non è statico, ma si muove all'interno della Via Lattea. Già nel 1969, si osservò che il Sistema Solare sembrava dirigersi verso la costellazione del Leone, deducibile dall'effetto Doppler, che indicava una temperatura leggermente più alta in quella direzione. Il modello cosmologico standard ΛCDM (Lambda-CDM), universalmente accettato, stima questa velocità a circa 370 km/s.

Tuttavia, recenti osservazioni mettono in discussione questa cifra. Un nuovo studio suggerisce che il Sistema Solare potrebbe sfrecciare nello spazio a una velocità di circa 1.300 km/s, ben 3,67 volte superiore alle stime precedenti. Questa scoperta, se confermata, potrebbe avere implicazioni profonde sulla nostra comprensione dell'universo e della sua evoluzione.

I ricercatori hanno utilizzato il Low Frequency Array (LOFAR), una rete di radiotelescopi, insieme ad altri due radiotelescopi, per mappare la distribuzione delle radiogalassie. Le radiogalassie sono galassie che emettono onde radio particolarmente intense. La lunghezza d'onda delle onde radio permette loro di brillare anche attraverso dense nubi di gas e polvere, rendendole utili indicatori per misurare la velocità del Sistema Solare. L'idea alla base dello studio è che, se il Sistema Solare si muove più velocemente, dovrebbe incontrare un numero maggiore di radiogalassie nella direzione del suo moto.

Questo fenomeno è simile a quanto si vede nei film di fantascienza, quando le stelle sembrano convergere in un punto durante un salto nell'iperspazio. Naturalmente, la differenza nel numero di radiogalassie tra la parte anteriore e posteriore del Sistema Solare è minima, data la velocità relativamente bassa (inferiore all'1% della velocità della luce), rendendo gli effetti relativistici trascurabili. Tuttavia, gli strumenti moderni sono sufficientemente sensibili per rilevare queste piccole variazioni.

Oltre a contare le radiogalassie, i ricercatori hanno misurato anche le variazioni di luminosità (colore) dovute all'effetto Doppler. Le galassie che si trovano nella direzione del moto del Sistema Solare appaiono più luminose e bluastre, mentre quelle che si trovano dietro appaiono più deboli e rossastre. Maggiore è la differenza di luminosità e colore, maggiore è la velocità del sistema.

I risultati, pubblicati sulla rivista Physical Review Letters, indicano che il Sistema Solare si muove a una velocità significativamente superiore a quanto previsto dal modello ΛCDM. Questo implica che la nostra comprensione della struttura a larga scala dell'universo e della sua evoluzione potrebbe essere incompleta o errata. Una possibile spiegazione alternativa è che le radiogalassie non siano distribuite uniformemente nello spazio e che la maggiore concentrazione nella direzione del moto del Sistema Solare sia una coincidenza. Tuttavia, la probabilità di una tale coincidenza è considerata bassa.

È importante notare che la velocità è un concetto relativo. In cosmologia, la velocità degli oggetti celesti, come il Sistema Solare e le galassie, viene misurata rispetto alla radiazione cosmica di fondo (CMB), l'eco del Big Bang. Questa misurazione presuppone che l'universo sia omogeneo e isotropo, ovvero che abbia la stessa densità in tutte le direzioni. Tuttavia, la nuova scoperta potrebbe mettere in discussione questa ipotesi, suggerendo che l'universo potrebbe essere più complesso e disomogeneo di quanto si pensi. I dati ottenuti dallo studio sulle radiogalassie si allineano con le misurazioni dell'emissione infrarossa dei quasar, nuclei galattici attivi distanti, alimentati da buchi neri supermassicci. Questi ultimi non sono numerosi abbastanza da costituire un punto di riferimento per calcolare la velocità del nostro sistema solare. Resta da vedere come queste nuove scoperte influenzeranno i modelli cosmologici futuri e la nostra comprensione del cosmo.

Pubblicato Domenica, 16 Novembre 2025 a cura di Anna S. per Infogioco.it

Ultima revisione: Domenica, 16 Novembre 2025

Anna S.

Anna S.

Anna è una giornalista dinamica e carismatica, con una passione travolgente per il mondo dell'informatica e le innovazioni tecnologiche. Fin da giovane, ha sempre nutrito una curiosità insaziabile per come la tecnologia possa trasformare le vite delle persone. La sua carriera è caratterizzata da un costante impegno nell'esplorare le ultime novità in campo tecnologico e nel raccontare storie che ispirano e informano il pubblico.


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