Sono passati tredici anni, eppure sembra ieri: il 14 aprile 2012, a Pescara, veniva tragicamente a mancare Piermario Morosini.
Il tempo scorre via veloce, ma il suo ricordo sarà sempre vivo in tutti noi.
L'Atalanta ricorda Piermario con grande affetto ma anche altre società lo fanno in questo giorno triste: Livorno e Vicenza.
I colori biancorossi, in modo particolare, sono sempre stati cari al centrocampista bergamasco, che ha avuto una vita molto sfortunata.
La vita di Piermario Morosini è stata segnata da una serie di tragedie personali che lo hanno lasciato orfano in tenera età. Nel 2001, all'età di soli 15 anni, ha subito la perdita della madre, Camilla. Due anni dopo, nel 2003, anche il padre, Aldo, è venuto a mancare. A rendere ancora più drammatica la sua esistenza, nel 2004, si è suicidato il suo fratello disabile, lasciando Morosini con l'unica compagnia di una sorella, anch'essa con disabilità.
Il tragico incidente
La sua carriera calcistica ha preso una piega tragica il 14 aprile 2012, durante la partita Pescara-Livorno, valida per la 14ª giornata di ritorno del campionato di Serie B. Al 31º minuto, dopo diversi tentativi di rialzarsi, Morosini è crollato a terra a causa di un’improvvisa crisi cardiaca. Portato d'urgenza in ospedale, il calciatore è deceduto alle 16:45, all'età di soli 25 anni.
La partita è stata immediatamente interrotta, e la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha disposto il rinvio dell'intera giornata di campionati in Italia. La notizia della sua morte ha scosso non solo il mondo del calcio, ma ha avuto risonanza internazionale. Ad esempio, durante la partita tra Real Madrid e Sporting Gijón, è stato osservato un minuto di silenzio allo stadio Santiago Bernabéu, mentre il Barcellona è sceso in campo con il lutto al braccio in segno di rispetto. Il 2 luglio 2012 sono stati pubblicati i risultati dell'autopsia, confermando iniziali sospetti: Morosini era affetto da una rara malattia ereditaria, la cardiomiopatia aritmogena, che ha causato il suo decesso.
Le indagini e il defibrillatore
Successivamente, il 10 settembre, il sostituto procuratore Valentina D'Agostino ha avviato un'inchiesta nei confronti del medico sociale del Pescara, Ernesto Sabatini, di quello del Livorno, Manlio Porcellini, e del medico del 118 di Pescara, Vito Molfese, per il presunto mancato utilizzo del defibrillatore durante l’emergenza. Questo rinvio delle indagini mirava a verificare se l’apparecchio salvavita avrebbe potuto fare la differenza per la vita del giovane calciatore.