Il tema della differenza di montepremi tra uomini e donne nel tennis rimane un argomento vivo di discussione, specialmente alla luce dei risultati degli Internazionali d'Italia 2025. La recente vittoria di Jasmine Paolini nel tabellone femminile, seguita dal successo nel doppio insieme a Sara Errani, ha riaperto il dibattito sul 'pay gap' al Masters 1000 di Roma. Nonostante il rilevante guadagno ottenuto dalle tenniste italiane, la disparità rispetto ai compensi maschili appare evidente.
Nella finalissima del tabellone femminile, Paolini ha sconfitto Coco Gauff, conquistando un montepremi di € 877.390. Nel doppio, il trionfo con Errani ha aggiunto altri € 400.560 da dividere tra le due, superando così complessivamente il milione di euro a Roma. Tuttavia, il confronto con il montepremi maschile rivela una chiara disuguaglianza. Ad esempio, il campione del tabellone maschile guadagna € 985.030, un importo significativamente maggiore rispetto alle loro colleghe femminili.
Questi numeri si inseriscono nel contesto di un dibattito che coinvolge l'intero mondo del tennis. Sebbene gli Slam abbiano già raggiunto la parità di montepremi, garantendo gli stessi compensi sia per gli uomini che per le donne, in altri tornei dello stesso prestigio, come gli Internazionali d'Italia, permane un profondo divario. I sistemi di sponsorizzazione e la diversa struttura dei tabelloni ATP e WTA sono tra i fattori che alimentano tale disuguaglianza.
La Federazione Italiana Tennis (FITP) ha riconosciuto il problema e si è impegnata a ridurre il 'pay gap' con un piano triennale. L'obiettivo è quello di arrivare alla parità di compensi nei propri tornei entro il 2028, un traguardo ambizioso che vedrà il suo impegno nel promuovere un cambiamento tanto atteso dagli atleti e dagli appassionati di questo sport.
Nondimeno, la questione del montepremi rimane una sfida complessa: integrare la parità nel sistema di remunerazione richiede modifiche profonde nelle strutture economiche e culturali del tennis internazionale. La strada è stata già segnata dagli US Open nel 1973, quando furono i primi a istituire premi uguali. Seguirono più tardi gli Australian Open nel 2001, mentre Roland Garros e Wimbledon si avvicinarono al traguardo solo nel 2007.
La disparità di montepremi resta però radicata al di fuori degli Slam, come testimoniato non solo dai tornei in Italia, ma anche da eventi internazionali a Dubai, dove il divario è marcato da cifre considerevoli. Questo solleva interrogativi su come il tennis possa evolversi verso una maggiore equità e rappresenta una sfida continua per coloro che aspirano a un campo di gioco più livellato sotto il profilo economico.
In definitiva, la celebrazione delle vittorie di Jasmine Paolini e Sara Errani agli Internazionali d'Italia è stata un potente richiamo a proseguire la lotta per la parità di montepremi. Il cammino verso un equo riconoscimento delle prestazioni sportive al femminile appare ancora lungo, ma i passi avanti compiuti suggeriscono un futuro più equilibrato nel panorama del tennis mondiale.