Il cosmo continua a sorprenderci con i suoi misteri, e uno degli ultimi enigmi a catturare l'attenzione della comunità scientifica è 3I/Atlas, un oggetto interstellare che sta attraversando il nostro Sistema Solare. Scoperto nel luglio scorso dal sistema di sorveglianza ATLAS della NASA (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), 3I/Atlas ha immediatamente suscitato un acceso dibattito a causa del suo comportamento anomalo e delle speculazioni, ancora da verificare, sulla sua possibile natura non naturale.
A differenza degli asteroidi e delle comete che orbitano attorno al Sole, 3I/Atlas segue una traiettoria iperbolica, il che significa che non è vincolato gravitazionalmente al nostro sistema solare e lo attraverserà una sola volta prima di proseguire il suo viaggio nello spazio interstellare. Questa caratteristica lo distingue nettamente dai corpi celesti “locali” e ne fa un oggetto di grande interesse scientifico.
L'origine di 3I/Atlas è ancora oggetto di speculazione. Alcuni esperti suggeriscono che potrebbe trattarsi di un frammento espulso dal disco di un sistema planetario in formazione, mentre altri ipotizzano che sia una piccola cometa che ha perso gran parte dei suoi ghiacci durante un lungo viaggio nello spazio interstellare. Un'ulteriore ipotesi è che possa essere il residuo di una collisione avvenuta miliardi di anni fa in un altro sistema stellare. Quel che è certo è che oggetti di questo tipo sono estremamente rari. Prima di 3I/Atlas, solo altri due oggetti interstellari sono stati documentati: ‘Oumuamua nel 2017 e la cometa interstellare Borisov nel 2019. Entrambi avevano mostrato caratteristiche anomale rispetto ai corpi celesti tradizionali del nostro Sistema Solare, rendendo ogni nuova scoperta un'opportunità preziosa per studiare la materia proveniente da altre regioni della galassia.
Una delle figure più discusse in relazione a 3I/Atlas è Avi Loeb, astrofisico di Harvard noto per le sue posizioni non convenzionali sull'esistenza di tecnologie extraterrestri. Loeb ha suggerito che la traiettoria e la luminosità di 3I/Atlas non siano del tutto compatibili con quelle di una cometa classica. In particolare, l'oggetto sembrerebbe emettere luce davanti a sé, anziché dietro, come ci si aspetterebbe dalle code di gas e polveri generate dal calore solare. Pur non parlando esplicitamente di “invasione aliena”, Loeb invita a non escludere alcuna ipotesi, calcolando che ci sia una probabilità del 30-40% che 3I/Atlas non si sia formato in modo naturale. L'astrofisico fa riferimento al cosiddetto effetto Oberth, un principio secondo cui un veicolo spaziale può sfruttare la velocità orbitale per aumentare l'efficienza della propria spinta. Secondo Loeb, se 3I/Atlas fosse effettivamente una sonda, potrebbe utilizzare questa tecnica per rilasciare micro-sonde verso i pianeti del sistema solare.
La NASA, tuttavia, ha voluto rassicurare l'opinione pubblica, sottolineando che 3I/Atlas non rappresenta una minaccia per la Terra. L'agenzia spaziale ha calcolato che la distanza minima tra l'oggetto e il nostro pianeta sarà di circa 270 milioni di chilometri, ben oltre l'orbita di Marte. L'unicità di 3I/Atlas risiede nella sua origine extrasolare e nella sua composizione chimica. Le analisi condotte con il telescopio spaziale James Webb e lo strumento NIRSpec hanno rivelato emissioni di anidride carbonica, acqua e carbonil solfuro, con un rapporto tra CO2 e acqua mai registrato prima. Questo suggerisce che il nucleo del corpo celeste sia stato esposto a radiazioni molto più intense rispetto a quelle presenti nel nostro sistema solare, forse perché proveniente da una zona più antica e densa della Via Lattea. Alcuni modelli indicano che 3I/Atlas potrebbe avere oltre tre miliardi di anni più del Sole.
Gli astronomi dell'International Asteroid Warning Network, una rete che collabora con l'ONU, hanno inserito 3I/Atlas nella lista dei corpi “di interesse speciale”, definendolo una sfida scientifica senza precedenti a causa della sua traiettoria iperbolica e della difficoltà nel prevederne il moto. È la prima volta che un oggetto interstellare viene classificato come “potenziale minaccia”, anche se solo in senso tecnico.
In sintesi, 3I/Atlas rappresenta un'opportunità unica per studiare la materia proveniente da altre regioni della galassia e per comprendere meglio i processi di formazione ed evoluzione dei sistemi planetari. La sua natura enigmatica e le speculazioni sulla sua possibile origine artificiale non fanno che accrescere il fascino di questo viaggiatore interstellare, spingendo gli scienziati a indagare a fondo per svelare tutti i suoi segreti.
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