OpenAI Rivela: Chi Usa ChatGPT e Perché

Un'analisi dettagliata dei modelli di utilizzo del chatbot che conferma tendenze e sorprese tra gli utenti globali di ChatGPT

OpenAI Rivela: Chi Usa ChatGPT e Perché

La OpenAI, nota per aver creato il famoso ChatGPT, ha pubblicato il suo primo studio dettagliato e accessibile al pubblico su chi utilizza il suo chatbot e per quali finalità. Questo rapporto offre un prezioso sguardo su come questo strumento avanzato di Intelligenza Artificiale sia impiegato dai suoi utenti. Tra le varie scoperte, è emerso che la maggior parte degli utenti del ChatGPT sono donne, con richieste prevalentemente personali piuttosto che legate al lavoro.

Lo studio, dettagliato in un documento di 62 pagine, si basa su registri di chat analizzati da 1,5 milioni di utenti di ChatGPT tra maggio 2024 e giugno 2025. Uno dei dati più sorprendenti è la diversità globale della base utenti del chatbot, che sfida le tendenze dell'industria tecnologica maggiormente dominata dagli uomini, soprattutto negli Stati Uniti, dove OpenAI ha sede a San Francisco. Mentre al culmine della popolarità di ChatGPT tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 circa l'80% degli utenti aveva nomi tipicamente maschili, entro giugno 2025 il panorama è drasticamente cambiato con il 52% degli utenti che risultano essere donne.

L'utilizzo di ChatGPT si sta espandendo rapidamente soprattutto nei paesi meno sviluppati, sebbene il rapporto non fornisca dati specifici per nazione. Il numero di utenti settimanali ha ormai superato i 700 milioni, con una netta predominanza di giovani, dato che quasi la metà delle chat è stata condotta da persone di età compresa tra i 18 e i 25 anni.

Che cosa cercano gli utenti in ChatGPT? Se a giugno 2024 le richieste erano equamente divise tra bisogni lavorativi e personali, un anno dopo, la situazione vede prevalere le esigenze personali, che rappresentano il 73% delle richieste totali. OpenAI ha classificato le chat analizzate in sette categorie distinte. Fra queste, la più significativa è quella delle 'raccomandazioni pratiche', che occupa il 28,3% delle interazioni, includendo richieste di consigli pratici, supporto nei compiti scolastici e suggerimenti per allenamenti fisici.

La seconda categoria più rilevante riguarda le 'richieste di scrittura', che rappresentano il 28,1% del totale. Gli utenti si rivolgono principalmente a ChatGPT per l'editing o la critica di testi, seguiti da aiuti con comunicazioni personali, come email o post sui social media. Un'altra categoria significativa, indicata come 'ricerca di informazioni', comprende il 21,3% delle richieste e funge da sostituzione alla classica ricerca web, con la sua popolarità in continua ascesa.

Per quanto riguarda le altre tipologie di richieste, il 7,5% riguarda l'assistenza tecnica, mentre il 6,0% è relativo a 'creazione, ricerca e analisi dei media'. Gli utenti interessati a esprimersi attraverso il dialogo con l'IA sono il 4,3%, mentre il 4,6% delle richieste riguarda categorie residuali. Nonostante il significante entusiasmo nel settore tecnologico per la capacità degli strumenti d'intelligenza artificiale di generare codice informatico, solo il 4,2% delle chat ha riguardato la programmazione.

Uno sguardo approfondito sulla categoria delle 'richieste di scrittura' mostra una distribuzione interessante: l'editing o la revisione di testi costituiscono il 38% di queste richieste, seguiti dalle comunicazioni personali (28%), le traduzioni (16%), l'argomentazione e la sintesi (13%) e infine i testi di fantasia (5%). Un'altra scoperta significativa del rapporto è che circa l'1,9% degli utenti utilizza ChatGPT per discutere la propria vita personale, cercando consigli su relazioni e sentimenti, mentre una percentuale dello 0,4% è coinvolta in chat relative a giochi di ruolo, spesso trattando il chatbot come un 'compagno AI'.

Sebbene OpenAI consideri questi usi abbastanza rari, cresce la preoccupazione sociale riguardo ai potenziali rischi di effetti dannosi associati a lunghe interazioni con i chatbot. Recentemente, la Federal Trade Commission ha avviato un'indagine sui possibili pericoli dei chatbot che assumono il ruolo di 'compagni'. L'indagine ha coinvolto sette aziende, inclusi pesi massimi come OpenAI, Google e Meta, che sono state invitate a fornire dettagli sui loro prodotti.

L'analisi dei dati è stata condotta utilizzando la tecnologia avanzata di OpenAI fondata sull'intelligenza artificiale, che permette di esaminare i contenuti delle chat senza compromettere la riservatezza degli utenti. Le informazioni demografiche sui partecipanti sono state ottenute mediante i dati di registrazione forniti dagli utenti stessi.

Pubblicato Lunedì, 15 Settembre 2025 a cura di Anna S. per Infogioco.it

Ultima revisione: Lunedì, 15 Settembre 2025

Anna S.

Anna S.

Anna è una giornalista dinamica e carismatica, con una passione travolgente per il mondo dell'informatica e le innovazioni tecnologiche. Fin da giovane, ha sempre nutrito una curiosità insaziabile per come la tecnologia possa trasformare le vite delle persone. La sua carriera è caratterizzata da un costante impegno nell'esplorare le ultime novità in campo tecnologico e nel raccontare storie che ispirano e informano il pubblico.


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