La startup Rabbit, nota per aver presentato al CES 2024 il controverso gadget AI Rabbit R1, sta attraversando un periodo di grave difficoltà finanziaria. Secondo quanto riportato da Tom’s Guide, l'azienda non paga i propri dipendenti da luglio, situazione che ha portato alcuni di loro a scioperare dall'inizio di ottobre.
Il CEO di Rabbit, Jesse Lyu, ha spiegato che i piani di espansione in India sono falliti, costringendo l'azienda ad adottare una politica di stretta conservazione delle risorse finanziarie. "Avevamo intenzione di iniziare le spedizioni in India, uno dei mercati più grandi", ha dichiarato Lyu. "I dispositivi R1 erano pronti già a maggio, ma improvvise complicazioni normative ci hanno impedito di procedere, riducendo drasticamente le nostre proiezioni finanziarie".
Lyu ha assicurato che l'azienda si impegnerà a saldare tutti gli stipendi arretrati e a riprendere i pagamenti regolari nei termini di legge. Ha inoltre aggiunto che Rabbit prevede di ricevere nuovi finanziamenti "nelle prossime settimane", senza però rivelare l'identità dell'investitore. Il CEO ha precisato che allo sciopero partecipano tre dipendenti su un totale di ventisei e che l'azienda rispetta pienamente la loro decisione.
Dal novembre 2021, Rabbit ha completato cinque round di finanziamento. Nell'ottobre 2023, ha raccolto 20 milioni di dollari da Khosla Ventures, seguiti da altri 10 milioni di dollari a dicembre dello stesso anno. L'ammontare e la provenienza dei nuovi finanziamenti rimangono al momento sconosciuti.
Il problema principale, sottolinea Tom’s Guide, non è solo il ritardo nei pagamenti, ma una discrepanza tra l'entusiasmo generato dall'intelligenza artificiale e la reale domanda da parte degli utenti. Molti considerano i gadget AI superflui, dato che gli smartphone moderni sono in grado di svolgere le stesse funzioni tramite app e software. Di conseguenza, l'idea di portare con sé un dispositivo aggiuntivo oltre al telefono non convince molti consumatori.
Interrogato sui piani futuri di Rabbit, Jesse Lyu ha ammesso che la priorità è la sopravvivenza dell'azienda. "È su questo che ci stiamo concentrando", ha concluso.
La vicenda di Rabbit solleva interrogativi importanti sul futuro dei gadget AI e sulla loro reale utilità nel mercato attuale. Mentre l'intelligenza artificiale continua a evolversi e a integrarsi in diversi aspetti della nostra vita, resta da vedere se dispositivi dedicati come il Rabbit R1 riusciranno a trovare un posto nel panorama tecnologico o se saranno destinati a rimanere prodotti di nicchia.
La crisi di Rabbit mette in luce anche le difficoltà che possono incontrare le startup nel settore tecnologico, soprattutto quando si tratta di prodotti innovativi e non ancora consolidati. La capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di gestire le risorse finanziarie in modo oculato si rivela fondamentale per la sopravvivenza e il successo a lungo termine.
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