Una svolta epocale attende il panorama del gioco online in Italia: a partire da oggi, le cosiddette 'skin', ovvero i marchi multipli collegati a una singola concessione, dovranno cessare di esistere. Al loro posto, un sistema più rigido prevede una sola concessione per ogni operatore e un unico sito di raccolta a distanza, con dominio .it e autorizzazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Questa trasformazione rappresenta il culmine di un lungo periodo di proroghe tecniche delle vecchie concessioni, mantenute attive per garantire entrate fiscali stabili e la protezione dei giocatori in attesa del nuovo bando. Il risultato è un mercato che si restringe a soli 46 grandi operatori, selezionati con l'obiettivo dichiarato di incrementare il controllo e la trasparenza del sistema.
Tuttavia, dietro questa semplificazione apparente si celano diverse incognite di natura industriale e commerciale. La prima criticità riguarda gli operatori che, fino ad ora, gestivano concessioni proprie o sub-brand e che, in base alle nuove regole, non rientrano più tra i 46 concessionari autorizzati. Per continuare a operare legalmente, questi soggetti dovranno trasferire la loro base di clienti a uno dei gruppi che hanno ottenuto la concessione. Ed è qui che emerge la questione più spinosa: in passato, era comune che un giocatore online avesse conti aperti e attivi su diverse 'skin' appartenenti a concessionari differenti. Nel nuovo scenario, lo stesso giocatore sarà concentrato su un numero più limitato di siti, all'interno di un perimetro più definito e sorvegliato.
Un interrogativo cruciale per molti operatori è a chi spetti la provvigione su un giocatore fidelizzato che, nel corso degli anni, ha distribuito le proprie giocate su diverse 'skin' e concessioni. Gli accordi tra i nuovi concessionari e gli operatori esclusi che desiderano rimanere attivi come partner commerciali saranno fondamentali. Le opzioni possibili spaziano da semplici commissioni di segnalazione per i clienti trasferiti a modelli di revenue sharing basati sulla spesa effettiva del giocatore sul nuovo conto di gioco, fino a ipotesi più complesse di valorizzazione delle banche dati di marketing, sempre nel rispetto delle normative sulla privacy e delle misure rafforzate in materia di trattamento dei dati. Il rischio concreto è che si verifichino controversie diffuse, con più soggetti che rivendicano un diritto economico sullo stesso giocatore, trasformando la questione delle provvigioni in un campo di battaglia commerciale e legale.
Altrettanto delicata è la situazione dei Punti Vendita Ricariche (PVR), la rete fisica che ha rappresentato per molti utenti la via d'accesso al gioco online. Nei PVR, i clienti si registravano, ricaricavano i propri conti in contanti e ricevevano assistenza per i prodotti digitali attraverso un'interfaccia umana. Con le nuove regole, i conti di gioco e tutti i flussi di ricarica e prelievo devono essere completamente tracciati e gestiti all'interno delle piattaforme autorizzate, con strumenti di pagamento che garantiscano la piena rintracciabilità dei movimenti, ad eccezione di un margine residuale per le ricariche in contanti presso i PVR.
Per continuare a far parte della filiera, i PVR dovranno collegarsi ai nuovi concessionari, stipulando nuovi accordi e accettando un quadro tecnico e normativo molto più rigoroso, che comporta obblighi di identificazione della clientela, adempimenti antiriciclaggio, gestione dei reclami e maggiori oneri informativi verso i giocatori. Una volta che il cliente è integrato nel nuovo ecosistema digitale del concessionario, sarà fondamentale capire se i servizi forniti dal PVR, come le ricariche e l'assistenza, saranno ancora considerati servizi propri del punto vendita oppure saranno declassati a mera attività accessoria, con commissioni ridotte e un ruolo marginale nella relazione tra operatore e giocatore. Molti PVR temono di perdere il loro status di intermediari chiave nel rapporto con il cliente e di essere ridotti a semplici sportelli tecnici, con margini di guadagno ridotti e un aumento della burocrazia.
Dal punto di vista normativo, la nuova stagione concessoria si basa su un sistema tecnico particolarmente strutturato. I conti di gioco sono univoci e tracciati in ogni dettaglio: memorizzano l'identità del giocatore, le ricariche, i prelievi, la cronologia delle giocate, le autolimitazioni, gli eventuali provvedimenti di autoesclusione e lo stato del conto. Le piattaforme sono tenute a mettere a disposizione dell'Amministrazione le informazioni di gioco più recenti in tempo quasi reale e a conservarle per anni a fini di controllo e verifica. L'architettura informatica deve essere ridondata, con sistemi di backup e disaster recovery che garantiscano la continuità del servizio e la conservazione dei dati, localizzati nello Spazio Economico Europeo, anche in cloud, ma con stringenti vincoli di sicurezza.
A tutto ciò si aggiungono le regole relative alle caratteristiche dei giochi, ai generatori di numeri casuali, alla durata delle sessioni, alle finestre di pausa e ai messaggi di avviso relativi al tempo di connessione e alla spesa sostenuta. L'obiettivo è rendere l'offerta legale più sicura e verificabile, ma ciò inevitabilmente limita la flessibilità commerciale degli operatori e accentua la differenza percepita rispetto ai siti privi di licenza che operano dall'estero.
La prossima sfida cruciale riguarderà i limiti ai conti di gioco e le restrizioni alle caratteristiche dei giochi offerti. Durante la Conferenza nazionale delle dipendenze, è stata espressa con forza la necessità di ridurre drasticamente le possibilità di gioco da remoto, con proposte che vanno dalla riduzione dei limiti di deposito alla restrizione delle funzionalità più aggressive, fino a una progettazione dei giochi esplicitamente orientata a rallentare il ritmo delle giocate. Già oggi esistono strumenti di tutela come le autolimitazioni della spesa e del tempo, gli alert durante la sessione e i sistemi di autoesclusione, ma il dibattito politico spinge verso paletti più rigidi e più vincolanti per tutti.
Il settore si interroga se questo irrigidimento del quadro normativo possa incentivare i giocatori a rivolgersi al mercato nero. Limiti più stringenti, una minore libertà percepita e un'esperienza di gioco più controllata potrebbero spingere una parte dell'utenza a cercare alternative più flessibili, magari su siti non autorizzati, facilmente accessibili e in grado di offrire bonus molto allettanti e giochi privi di qualsiasi filtro di responsabilità. Secondo i dati dell'Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano, nel 2023 il gioco illegale online in Italia ha generato un volume d'affari stimato tra i 1,2 e i 1,5 miliardi di euro, un dato che evidenzia la persistenza di un mercato sommerso particolarmente attrattivo per una certa fascia di giocatori.
La strategia alla base del riordino è chiara: ridurre il numero degli operatori a poche decine di grandi gruppi vigilati, uniformare le regole, rafforzare i controlli e convogliare la quasi totalità della domanda all'interno del circuito autorizzato da ADM. Tuttavia, il comportamento reale dei giocatori non è facilmente prevedibile e dipende anche dalla qualità del servizio, dalla trasparenza nelle migrazioni dai vecchi ai nuovi conti di gioco, dalla capacità dei concessionari di valorizzare la rete dei PVR e dei partner storici senza distruggere le relazioni commerciali costruite nel corso degli anni.
I prossimi mesi riveleranno se la selezione che ha ridotto a 46 il numero degli operatori legali si rivelerà una mossa vincente, in grado di consolidare il mercato regolamentato e di trattenere i giocatori all'interno del perimetro italiano, oppure se una parte significativa della domanda seguirà gli operatori esclusi dal sistema legale, migrando verso siti esteri e domini non autorizzati. In definitiva, il successo di questa nuova fase si misurerà non solo sulla base dei bandi e dei decreti, ma anche sui dati reali di raccolta, sulla tenuta dei punti vendita, sulla reazione dei giocatori alle nuove limitazioni e sulla capacità del circuito legale di rimanere competitivo senza compromettere gli obiettivi di tutela e di contrasto alle dipendenze. L'impatto di questa riforma sarà monitorato attentamente da istituzioni, operatori e giocatori, poiché definirà il futuro del gioco online in Italia nei prossimi anni.
Prima di procedere


