Boom dei casinò online in criptovalute: ricavi quintuplicati in due anni, ma crescono anche i rischi
Nel 2024, i casinò online basati su criptovalute hanno generato ricavi lordi per 81,4 miliardi di dollari, con un incremento di cinque volte rispetto al 2022. A rivelarlo è uno studio della piattaforma anti-crimine digitale Yield Sec, che definisce il fenomeno come una “crescita esplosiva a livello globale”, secondo le parole del fondatore Ismail Vali.
Una rete globale, spesso al di fuori della legalità
Nonostante in molte nazioni – tra cui Stati Uniti, Cina, Unione Europea e Regno Unito – il gioco d’azzardo online con criptovalute sia illegale, milioni di utenti riescono comunque ad accedervi grazie a VPN, link specchio e redirect, spesso pubblicizzati da influencer e tutorial online.
I principali attori: Stake, Rollbit, Roobet
Molte piattaforme operano da giurisdizioni “permissive” come Curaçao, Malta, Gibilterra e l’Isola di Man. Tra queste, spicca Stake, che dichiara di gestire fino al 4% delle transazioni globali in Bitcoin, con oltre 25 milioni di utenti e 300 miliardi di scommesse effettuate dal 2017. Solo nel 2024 ha registrato un GGR di 4,7 miliardi di dollari, in crescita dell’80% sull’anno precedente.
Secondo il Financial Times, queste cifre pongono i casinò in criptovalute in diretta concorrenza con giganti del settore regolamentato come Flutter, Entain e Bet365. Tuttavia, Stake sostiene che oltre la metà delle sue operazioni avviene in valuta fiat e che il sito è inaccessibile tramite VPN. Eppure, un’inchiesta dello stesso FT è riuscita ad attivare un conto da Londra utilizzando una VPN, senza che venissero richiesti documenti né prove sulla capacità di spesa.
Nessun limite, pochi controlli: un pericolo per i più vulnerabili
Secondo Yield Sec, esistono decine di migliaia di casinò crypto attivi nel mondo, con depositi medi dieci volte superiori rispetto alle piattaforme regolamentate. In assenza di limiti di spesa e procedure KYC, queste piattaforme attraggono giocatori problematici, minorenni e utenti di Paesi dove il gioco è vietato, come la Cina.
Rob Minnick, ex giocatore compulsivo e oggi attivista, ha raccontato la sua esperienza su Rollbit come un “ciclo senza fine”, alimentato dalla percezione di avere “reddito passivo” da scommettere quando il valore della criptovaluta cresceva, e dalla tentazione di recuperare le perdite quando calava.
Sponsorizzazioni sportive e marketing aggressivo
Il marketing aggressivo è un’altra leva potente. Roobet e Rollbit sponsorizzano squadre della Premier League come Chelsea e Leicester City, mentre Stake ha legato il proprio nome all’Everton. Alcuni di questi operatori agiscono nel Regno Unito attraverso licenze “white label”, rilasciate da società terze già autorizzate.
La UK Gambling Commission ha avviato indagini su Stake, dopo la diffusione di contenuti promozionali controversi, e ha emesso 287 ordini di cessazione verso fornitori che accettano criptovalute come metodo di pagamento.
Licenze white label: una falla nella regolazione
Secondo esperti come James Noyes (Social Market Foundation), il sistema delle white label consente agli operatori offshore di “appoggiarsi a strutture locali” eludendo la supervisione diretta. “Sarebbe facilissimo vietarle”, denuncia l’attivista Matt Zarb-Cousin, criticando l’assenza di controlli effettivi.
Conclusione: un rischio doppio per gli utenti
Il gioco d’azzardo online basato su criptovalute rappresenta una “doppia scommessa”, per la volatilità del mezzo di pagamento e l’assenza di regole chiare. La penetrazione nei social, il coinvolgimento di influencer e la mancanza di tutele espongono milioni di utenti – soprattutto giovani – a rischi concreti e sottovalutati.
“Le autorità continuano a chiudere un occhio,” conclude Vali, “mentre un sistema senza garanzie si alimenta con disinformazione e profitti astronomici.”
Fonte: Jamma.it