Valeria Fedyakina, conosciuta nel mondo digitale con il soprannome di Bitmama, è stata condannata a scontare sette anni in una colonia penale per aver ingannato numerosi investitori attraverso una massiccia truffa legata al mondo delle criptovalute. La notizia ha suscitato scalpore tra coloro che seguono da vicino le notizie riguardanti i nuovi asset finanziari digitali, dato il coinvolgimento di una figura così prominente.
Il Présnenskij distretto giudiziario di Mosca ha emesso la sentenza, dopo un processo che ha visto Fedyakina, di 30 anni, dichiararsi colpevole di truffa, in particolare per quanto previsto dall'articolo sulla frode di vasta entità (parte 4 dell'articolo 159 del Codice Penale della Federazione Russa). La corte ha stabilito che la blogger ha ingannato i suoi seguaci promettendo alti rendimenti da investimenti legati a operazioni in criptovalute, ma ha invece dirottato i fondi raccolti per uso personale.
Secondo l'agenzia TASS, la somma complessiva del danno provocato dalle sue azioni ammonta a ben 2,2 miliardi di rubli. Di fronte a tali accuse, il tribunale ha bloccato i suoi conti e sequestrato i beni per cercare di restituire parte delle perdite subite dagli investitori truffati.
La vicenda ha avuto origine dalla denuncia di Halika Gulakyan, socio in affari di Fedyakina, il quale ha sollevato il caso che ha portato all'apertura delle indagini. Un ulteriore aspetto umano della storia è emerso durante le indagini quando è stato reso noto che, mentre si trovava in custodia cautelare, Fedyakina ha dato alla luce una bambina. Nonostante la grave situazione legale in cui si trova, la neonata attualmente rimane accanto alla madre nel carcere preventivo.
Questa storia riflette l'elevato grado di rischio associato agli investimenti nel mercato delle criptovalute, specialmente quando sono veicolati da soggetti non regolamentati e dediti a comportamenti fraudolenti. L'influenza di personalità carismatiche su piattaforme digitali può indurre molti a partecipare a schemi che, sebbene promettano guadagni facili, non offrono alcuna garanzia di sicurezza o legalità.
Il caso di Valeria Fedyakina è un promemoria della necessità di una maggiore vigilanza e regolamentazione nel settore delle criptovalute, non solo in Russia, ma anche a livello globale. La storia di Bitmama potrebbe servire da lezione a potenziali investitori, sottolineando l'importanza di condurre una ricerca approfondita e di affidarsi a fonti affidabili e regolamentate quando si decide di investire in strumenti finanziari di nuova generazione.