Durante il recente match tra Napoli e Genoa, tre calciatori di spicco hanno subito infortuni significativi, che hanno influenzato in modo decisivo le loro rispettive nazionali impegnate nelle qualificazioni mondiali del 2026. Il primo a destare preoccupazione è stato Stanislav Lobotka, costretto a lasciare il campo a causa di un problema al bicipite femorale. La Federcalcio della Slovacchia non ha tardato a comunicare la sua assenza cruciale per le prossime partite contro Irlanda del Nord e Lussemburgo. Lobotka è stato un pilastro per il centrocampo slovacco, e la sua mancanza potrebbe complicare ulteriormente il cammino verso la qualificazione.
Nel medesimo contesto, anche Vanja Milinkovic-Savic ha dovuto fare i conti con un infortunio che lo ha escluso dalle partite della Serbia contro Albania e Andorra. Il talento emergente, che avrebbe dovuto difendere la porta serba, è stato richiamato dal ct Dragan Stojkovic a causa di un fastidioso problema alla schiena. Questa situazione solleva interrogativi sulla solidità difensiva del team serbo, costringendo l'allenatore a rivedere le sue scelte tattiche in un momento decisivo della competizione.
Infine, il destino avverso ha colpito anche Matteo Politano, che si è dovuto ritirare a causa di un infortunio muscolare, escludendolo di fatto dalla lista dei convocati della nazionale italiana. Il suo forfait è stato un duro colpo per il ct Gennaro Gattuso, che ha dovuto rapidamente ripiegare su un sostituto chiamando il versatile Leonardo Spinazzola. L'assenza di Politano priva la squadra azzurra di una risorsa offensiva dinamica e di esperienza, mettendo ancor più pressione sugli altri giocatori per le sfide in arrivo.
Questi infortuni mettono in luce la fragilità fisica alla quale sono esposti i calciatori nei vari campionati nazionali e le responsabilità che i tecnici delle nazionali devono affrontare nel gestire tali situazioni impreviste. Inoltre, si apre un dibattito sull'intensità delle competizioni e sulle misure preventive che potrebbero essere adottate per salvaguardare la salute degli atleti, assicurando al contempo prestazioni ottimali durante le competizioni internazionali. Questo scenario rende chiaro come ogni qualificazione mondiale non riguardi solo le abilità tecniche o la tattica, ma anche la resilienza fisica e mentale dei giocatori.