La Juventus di Igor Tudor sembra rivivere un déjà vu degli anni passati, con vecchi spettri che ritornano a turbare i sogni dei tifosi bianconeri. Si tratta di una situazione che fa eco alla stagione precedente, quando il tecnico era Thiago Motta. Le similitudini tra le due annate sono sorprendenti e sollevano importanti interrogativi sul percorso attuale della Vecchia Signora.
La stagione 24/25 della Juve si era conclusa con 12 punti dopo sei giornate, una posizione di prestigio, seconda a un solo punto da un Napoli in forma smagliante. Nonostante la solidità difensiva della squadra, il vero problema sembrava essere in attacco, dove trovare la via della rete risultava complesso. All'epoca, gli alibi erano più evidenti: un cambiamento tattico profondo richiedeva tempo per essere assimilato, e ci si aspettava che i giocatori si adattassero gradualmente a una nuova filosofia di gioco.
La stagione successiva offre uno scenario familiare. La Juve edizione 25/26, diretta da Tudor, ha mantenuto lo stesso punteggio in classifica, 12 punti, pur trovandosi ora terza dietro Napoli e Roma. Se da un lato si è confermata l'invincibilità in termini di sconfitte, dall'altro, la difficoltà ad andare in gol persiste, esattamente come allora. C'è però una sostanziale differenza: mentre Motta poteva giustificare certe difficoltà con l'adozione di nuove strategie di gioco, Tudor ha potuto lavorare con la squadra per parecchi mesi, senza dover ricominciare da zero ogni settimana.
In Champions League, le differenze rispetto all'anno scorso sono evidenti. La Juve di Motta aveva brillato, vincendo entrambe le prime gare con 6 reti all’attivo, mentre la nuova gestione ha raccolto solo due punti con due pareggi, riflettendo forse una maggiore vulnerabilità difensiva.
Tudor dispone ora di una rosa più profonda e variegata rispetto al passato, particolarmente nel reparto avanzato, dove i problemi abbondavano sotto la gestione di Motta. Non mancano le alternative e le possibilità tattiche, ma ciò che preoccupa è l'incapacità costante di creare minacce reali nell'ultimo terzo di campo.
La pazienza nei confronti del tecnico croato è giustificata dal potenziale ancora intatto nelle fila bianconere. Tuttavia, è innegabile che il tempo stringa e che la squadra sia chiamata a dimostrare il proprio valore non solo sulla carta, ma anche in campo. La Juventus è in corsa in tutte le competizioni, ed è questo che alimenta ancora speranza e credito nei confronti di Tudor. Tuttavia, il tempo per migliorare questi aspetti è ora più limitato, poiché la concorrenza non dà tregua.
La questione rimane aperta: la Juventus riuscirà a spezzare questo ciclo di pareggite e a risalire la classifica, dimostrando che il lavoro fatto finora è solo l'inizio di un percorso di successo? Oppure questi fantasmi continueranno a palesarsi, impedendo ai bianconeri di ritrovare l'antico splendore? Soltanto il tempo darà una risposta definitiva, ma il margine d'errore si fa sempre più sottile e il bisogno di certezze è ormai inevitabile per il futuro della squadra.