A Buenos Aires continua il processo per la morte di Diego Armando Maradona, giunto alla sua nona udienza. In questa sessione è stata ascoltata Veronica Ojeda, ex compagna di Maradona e madre del loro figlio, Diego Fernando. Durante la sua testimonianza, Ojeda ha descritto come si fosse riavvicinata all'icona del calcio durante i suoi ultimi momenti di vita. Ha raccontato che un massaggiatore le disse che solo lei avrebbe potuto salvare Diego, portandola a visitarlo nelle case di Bellavista e Brandsen. Particolarmente toccante è stato il racconto di Ojeda riguardo al decorso post-operatorio a casa dopo l'intervento alla Clinica Olivos; le venne detto che sarebbe stato come un ospedale, con la presenza di infermieri.
Le rivelazioni di Ojeda
Ojeda ha rivelato che Diego le chiedeva aiuto continuamente, facendola sentire impotente di fronte alla situazione. Ha descritto Maradona come spaventato e quasi "sequestrato", tanto che le chiedeva di portarlo via con lei. Durante le sue visite all'appartamento dove poi Maradona è deceduto, Ojeda ha riportato di averlo trovato, la prima volta, in buone condizioni e felice, mentre giocava con il figlio Dieguito, nonostante l'ambiente non sembrasse adatto a un ricovero. Al contrario, durante la sua visita finale, due giorni prima della morte di Maradona, lo ha visto in condizioni critiche: gonfio e sfigurato, con solo una guardia del corpo presente e un'infermiera apparentemente distratta.
In aggiunta, è stata ascoltata la testimonianza di Mario Schiter, membro dell'equipe medica che nel 2000 aveva portato Maradona a Cuba per curare i suoi problemi cardiaci. Schiter ha criticato la decisione di optare per il ricovero domestico, considerandola rischiosa e sottolineando che, data la complessità del paziente, un centro di riabilitazione sarebbe stato un ambiente più sicuro e adeguato per Maradona.
Fonte: corrieredellosport.it