Oggi, uno degli allenatori più emblematici del calcio ucraino celebra un traguardo importante. Mircea Lucescu, il carismatico allenatore rumeno, festeggia il suo ottantesimo compleanno. Con una carriera iniziata nel lontano 1979, Lucescu ha guidato squadre in Italia, Turchia e Ucraina, lasciando un'impronta indelebile nel calcio di club e nazionale, attualmente come commissario tecnico della Romania.
La sua avventura come allenatore iniziò nel suo paese d'origine, ma fu all'estero che realizzò gran parte dei suoi successi. Una delle esperienze più memorabili e complesse della sua carriera fu la breve parentesi con l'Inter di Milano durante la stagione 1998-1999. Arrivato a dicembre 1998, in sostituzione di Luigi Simoni, Lucescu si trovò a gestire una rosa stellata, ma in crisi di risultati.
Nonostante un inizio incoraggiante, con un calcio offensivo che divertiva, il suo periodo all'Inter fu segnato da alti e bassi. La squadra milanese, all'epoca, vantava campioni come Ronaldo, Javier Zanetti e Roberto Baggio. Tuttavia, la costante alternanza di buone prestazioni casalinghe e deludenti sconfitte in trasferta infranse le speranze di un posto in Champions League.
Lucescu ricorda quell'anno come una lezione di vita: "Mi assunsi la responsabilità delle nostre difficoltà, ma fui consapevole di essere solo di passaggio. Alla fine, decisi di dimettermi per dare un segnale alla squadra". Una delle sue sfide principali fu la gestione di Ronaldo, soprannominato "il Fenomeno", che all'epoca soffriva di problemi fisici che limitarono il suo rendimento.
Parlando del brasiliano, Lucescu ha sempre riconosciuto il suo immenso talento, pur evidenziando la sua scarsa propensione agli allenamenti: "Ronaldo passava più tempo in discoteca che in campo". Nonostante ciò, le sue doti sono rimaste ineguagliate agli occhi del tecnico rumeno.
Un'altra storia interessante fu il difficile rapporto con Taribo West, caratterizzato da incomprensioni e episodi controversi. Lucescu non ha mai considerato il difensore nigeriano essenziale e il loro confronto culminò in uno scontro durante un cambio partita, quando West si rifiutò di entrare in campo.
Dopo il suo breve passaggio in Italia, Lucescu si trasferì in Turchia, dove guidò con successo il Galatasaray e il Beşiktaş, prima di approdare a uno dei lavori più duraturi e vincenti della sua carriera: la guida dello Shakhtar Donetsk. Qui consolidò la sua reputazione come uno degli allenatori più capaci in Ucraina, facendosi apprezzare per la sua abilità nel costruire squadre competitive.
Compiuti 80 anni, Lucescu riflette su un viaggio attraverso successi e difficoltà, sottolineando l'importanza della resilienza nel mondo del calcio. Da una carriera che ha segnato il calcio europeo, emergono lezioni di leadership e umiltà, mostrando come anche i momenti difficili possano servire da trampolino per nuove opportunità.