Michel Platini torna a far parlare di sé con dichiarazioni al vetriolo contro la giustizia sportiva e la FIFA. In un'intervista rilasciata durante il Festival della giustizia penale, l'ex fuoriclasse francese non ha usato mezzi termini, definendo il sistema giudiziario sportivo come una "mafia svizzera" e paragonando la sua situazione personale al celebre caso Dreyfus.
"Il tribunale sportivo è il braccio armato dei dirigenti della FIFA," ha tuonato Platini. "Non mi volevano perché avevano paura che cambiassi tutto." Secondo l'ex numero 10 della Juventus, i presidenti delle commissioni sono nominati direttamente dalla FIFA in Svizzera, creando un sistema chiuso e autoreferenziale. Platini ha inoltre aggiunto che ai procuratori svizzeri che indagano vengono offerti posti di lavoro alla FIFA una volta terminata la loro carriera nella magistratura.
"Il tribunale arbitrale dello sport è pagato un milione all'anno dalla FIFA. È una mafia svizzera dove il tribunale sportivo è il braccio armato dei dirigenti della FIFA per prendere le decisioni," ha ribadito Platini, sottolineando come questo sistema comprometta l'equità e la giustizia nel mondo del calcio. "Queste cose devono cambiare. Il calcio non appartiene a UEFA o FIFA, appartiene a tutti."
La vicenda di Michel Platini è complessa e controversa. Nel 2015, l'allora presidente della UEFA fu sospeso da ogni attività legata al calcio per un pagamento di 1,8 milioni di euro ricevuto da Joseph Blatter, all'epoca presidente della FIFA. Nonostante l'assoluzione da parte della giustizia ordinaria svizzera nel 2022, la squalifica da parte della giustizia sportiva è rimasta in vigore, alimentando le accuse di Platini di essere vittima di un complotto.
Riguardo al Mondiale in Qatar, Platini ha ammesso di aver votato a favore dell'assegnazione al paese arabo, ricordando che era la settima volta che il mondo arabo si candidava e non era mai stato preso in considerazione. Ha poi commentato brevemente le figure di Infantino ("Lui con la mia vicenda all'inizio non c'entra niente") e Ceferin ("Non lo conosco"). Infine, ha ricordato con dolore la tragedia dell'Heysel, definendolo "il momento più brutto", ma sottolineando che giocare la partita contribuì a evitare una tragedia ancora maggiore.
Nonostante le amarezze del passato, Platini non esclude un possibile ritorno nel mondo del calcio, con l'obiettivo di dare più voce e potere ai giocatori. "Rientrare? Sì, può darsi. Come lo farò? Non lo dirò stasera. Penso che il calcio abbia bisogno di giocatori che lo dirigano," ha affermato l'ex campione. "Se posso trovare il modo di portare dei giocatori a decidere il futuro del calcio, mi piacerebbe farlo." Questa apertura lascia intravedere un possibile impegno futuro di Platini per riformare il sistema calcistico e dare maggiore rappresentanza ai protagonisti del gioco.
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