La recente esclusione del Brescia dalla Serie B ha sollevato un vespaio di polemiche, accentuate da un articolo de Il Fatto Quotidiano che punta l'attenzione su chi, beneficiando indirettamente di questa decisione, è ora sotto i riflettori: la Sampdoria. Il club genovese, infatti, è riuscito ad assicurarsi la permanenza in Serie B dopo aver vinto i playout salvezza contro la Salernitana. Tuttavia, l'indagine del quotidiano mette in dubbio la trasparenza della situazione societaria della Sampdoria, suggerendo che meriti un esame approfondito.
Secondo l'inchiesta, la Sampdoria ora è sotto il controllo di due figure legate storicamente al mondo delle scommesse e del gioco d'azzardo, entrambe residenti in paradisi fiscali. Un nome centrale in questa struttura proprietaria è quello di Joseph Tey, azionista di maggioranza e fondatore della piattaforma di scommesse "Fun88". Tey, stabilito a Singapore, rappresenta uno dei principali volti di questa operazione. Parallelamente, Nathan Walker emerge come altra colonna portante, operando attraverso la società "TGP Europe", registrata nell'Isola di Man. Recentemente, questa azienda ha subito una revoca di licenza e una multa di 3,3 milioni di sterline da parte della Gambling Commission britannica per violazioni legate all'antiriciclaggio.
Nonostante queste questioni, Walker è ormai una presenza costante a Bogliasco, quartier generale della Sampdoria. Secondo le fonti, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella scelta del nuovo allenatore della prima squadra: Massimo Donati. Dopo un passato da calciatore, Donati ha attraversato una stagione tutt'altro che brillante in Grecia alla guida della Athens Kallithea, conclusasi senza vittorie e con un esonero.
L'interrogativo sorge spontaneo: se la FIGC ha deciso di estromettere il Brescia per irregolarità nei contributi legali, come mai sembra ignorare le potenziali implicazioni legate alla nuova gestione della Sampdoria? La presenza di figure con interessi predominanti nell'ambito del gioco d'azzardo e problemi giudiziari passa in secondo piano nelle scelte di governance del calcio italiano?
Questi interrogativi sollevati da Il Fatto Quotidiano mettono in evidenza la necessità di maggiore trasparenza e controllo nei processi decisionali delle istituzioni calcistiche italiane. Resta da vedere se la FICG risponderà a questi eventi incrementando i controlli sulle dinamiche societarie, garantendo che le norme siano rispettate non solo in superficie, ma in profondità.