In Bulgaria si sta scatenando una vera e propria battaglia legale attorno al settore del gioco d'azzardo. Un recente disegno di legge proposto dal partito MECH ha suscitato forti reazioni tra le imprese del settore. La proposta prevede di affidare all'impresa pubblica Totocalcio Sportivo Bulgaro (BST) il monopolio nell'organizzazione dei giochi, escludendo gli operatori privati autorizzati. Gli operatori del settore hanno immediatamente reagito, descrivendo il progetto come 'concettualmente, giuridicamente ed economicamente infondato' e chiedendo al Parlamento Bulgare di respingere il disegno di legge già durante la sua prima lettura.
L'associazione degli operatori del gioco ha argomentato che l'istituzione di un monopolio statale si porrebbe in contrasto con i principi fondamentali dell'economia di mercato, violando al contempo la Costituzione bulgara e il diritto dell'Unione Europea. In particolare, contrasterebbero con gli articoli 49 e 56 del Trattato sul funzionamento dell'UE, che garantiscono la libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servizi, norme cardine per il corretto funzionamento del mercato interno europeo.
L'associazione dei giochi fa riferimento alla giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia dell'UE che ammette restrizioni alla libertà di prestazione dei servizi solo in presenza di obiettivi imperativi di interesse generale. Tali restrizioni devono essere proporzionate e applicate in modo sistematico e non discriminatorio. Gli esperti sottolineano che l'obiettivo sotteso alla proposta normativa sembra essere di natura prettamente fiscale, quindi insufficiente a giustificare un monopolio così rigido.
A sollevare ulteriori dubbi sul disegno di legge è la completa assenza di meccanismi adeguati di vigilanza e sanzione nei confronti del futuro monopolista statale. Secondo gli operatori, senza adeguati strumenti di controllo, trasparenza e rendicontazione, potrebbero facilmente verificarsi abusi ed inefficienze. Una preoccupazione amplificata dal fatto che la proposta non è stata notificata preventivamente alla Commissione europea, come richiesto dalla direttiva UE 2015/1535 per regolamentazioni tecniche incidenti sulla prestazione di servizi, esponendo così la Bulgaria al rischio di procedura d'infrazione.
Le imprese sottolineano che questo disegno di legge va in direzione opposta rispetto alle tendenze osservate in Europa, dove molti Stati membri si sono già orientati verso regimi di licenza multipla per il gioco online. Un esempio rilevante viene dal rapporto dell'EGBA (European Gaming and Betting Association), che evidenzia come 27 su 31 paesi europei già adottino tale sistema, con modelli simili in fase di adozione anche in nazioni tradizionalmente monopolistiche come la Finlandia.
Questa tendenza a favore di mercati regolamentati ma concorrenziali è motivata dalla necessità di garantire maggiore protezione ai consumatori, una più efficace raccolta fiscale e un miglior contrasto ai rischi di gioco patologico. Tuttavia, l'introduzione di un monopolio statale potrebbe indurre i giocatori a rivolgersi altrove, aumentando le opportunità per il gioco non autorizzato e potenzialmente aprendo le porte a frodi, mancati pagamenti e attività criminali vestite da offerte legali.
L'industria del gioco bulgara chiede quindi con forza al Parlamento di rigettare il piano previsto dal disegno di legge sul monopolio del gioco per mantenere un sistema apprezzato a livello europeo che garantisce trasparenza, protezione degli utenti e leale concorrenza. Uno stravolgimento di questo equilibrio potrebbe avere ripercussioni negative su più fronti e sopprimere il dinamismo di un settore già allineato agli standard UE.