Durante la presentazione del nuovo libro di Stefano Boldrini, intitolato 'Il calcio del futuro, tra intelligenza artificiale e azioni ecosostenibili', Beppe Marotta, dirigente dell'Inter, è intervenuto per discutere non solo del libro ma anche del futuro del leggendario San Siro e delle attuali prospettive del calcio italiano. La serata è stata un'occasione per riflettere su come il calcio si stia evolvendo, abbracciando non solo le nuove tecnologie ma anche un approccio responsabile verso l'ambiente.
Marotta ha espresso con entusiasmo i piani per un nuovo San Siro, descrivendolo come un progetto che deve rispondere a esigenze di modernità e sostenibilità. Egli ha dichiarato: "Oggi possiamo dire con orgoglio di aver conquistato una posizione importante. Stiamo lavorando per costruire uno stadio nuovo che rispetti criteri civici, etici e di sostenibilità ambientale". Al momento, come ha sottolineato, il progetto è in una fase burocratica interlocutoria, ma si prevede che il rogito per l'acquisizione del vecchio San Siro e delle aree limitrofe sarà firmato entro novembre. "Successivamente – ha aggiunto – inizieremo la fase progettuale, che prevede il rispetto dei criteri menzionati".
Guardando al futuro, Marotta non ha mancato di analizzare lo stato di salute del calcio italiano, citando esempi concreti come quello di Luka Modric. Modric, a quasi 40 anni, continua ad essere una presenza influente nel campionato italiano, rappresentando per Marotta un esempio che può ispirare le nuove generazioni. Tuttavia, il dirigente nerazzurro ha sottolineato che il calcio italiano è in una fase di transizione. "Non siamo più l'Eldorado dei primi anni 2000", ha detto, evidenziando come un tempo le squadre italiane potessero permettersi di comprare e trattenere i migliori talenti a lungo termine, mentre oggi i giovani campioni vengono spesso acquisiti dai club esteri in momenti cruciali delle loro carriere.
Un ulteriore tema di preoccupazione per Marotta sono le plusvalenze, che ormai sono diventate una componente essenziale per il bilancio dei grandi club italiani. Egli ha spiegato come sia raro oggi vedere club italiani mantenere i propri giocatori senza vendere per generare profitti. Ciò è anche il risultato della differenza nei ricavi dei diritti TV, che all'estero risultano essere molto più remunerativi rispetto a quelli venduti dalle società italiane.
Marotta ha anche accennato all'accoglienza internazionale del calcio italiano, prendendo come esempio la scelta del Milan e del Como di disputare una partita a Perth. "Capita in un momento in cui il San Siro non sarà disponibile", ha spiegato, commentando come questa decisione rappresenti una sperimentazione necessaria, sia per ragioni economiche che per valutare l'impatto etico e sociale nel togliere una partita ai tifosi locali. "È una necessità dovuta a cause di forza maggiore, e questo tipo di esperienze porterà a ulteriori valutazioni in futuro", ha concluso.
La serata si è conclusa con una riflessione ottimistica su come il calcio possa evolversi integrando tecnologia e valori ecosostenibili, creando così uno sport che risponda in maniera sempre più articolata alle sfide del ventunesimo secolo. Con l'impegno di leader come Marotta, il calcio italiano spera di ritrovare il suo prestigio perduto e di porsi come esempio di innovazione per il panorama calcistico mondiale.