Rivoluzione di stile in casa Juventus: con l'arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina bianconera, si preannuncia un cambio di rotta anche nel dress code. Il tecnico, reduce dal trionfo scudetto con il Napoli, dovrà infatti rinunciare alla sua amata tuta, indumento diventato quasi un simbolo durante la cavalcata partenopea, per abbracciare l'eleganza formale imposta dalla società juventina.
Una scelta che, come riportato da Tuttosport, non è dettata solo da ragioni estetiche, ma anche da una certa scaramanzia. Spalletti, infatti, aveva confidato di voler mantenere la tuta – rigorosamente grigia e spesso abbinata a un giubbotto – come una sorta di amuleto portafortuna, un modo per esorcizzare la pressione e ritrovare la serenità in panchina. D'altronde, quel capo d'abbigliamento era diventato un vero e proprio talismano durante la stagione dello storico scudetto napoletano.
Tuttavia, il regolamento interno della Juventus è inflessibile: in panchina, l'abito elegante è d'obbligo. Una regola ferrea, ribadita con forza dopo la breve parentesi di Maurizio Sarri, al quale era stato concesso un compromesso – una polo a maniche lunghe – ma che non ammette deroghe per il nuovo allenatore. Spalletti dovrà quindi rinunciare alla comodità e alla scaramanzia della tuta per indossare giacca e cravatta, sfidando la sorte con un look più formale.
La decisione ha suscitato diverse reazioni tra i tifosi e gli addetti ai lavori. C'è chi la considera una scelta anacronistica, un retaggio di un calcio più rigido e formale, e chi invece la vede come un segno di rispetto verso la tradizione e l'immagine del club. Quel che è certo è che l'addio alla tuta rappresenta un piccolo, ma significativo, cambiamento per Spalletti, chiamato a guidare la Juventus verso nuovi successi con un look inedito.
Ma cosa c'è dietro questa rigida regola del dress code bianconero? Innanzitutto, una precisa volontà di mantenere un'immagine di serietà e professionalità, sia in campo che fuori. L'abito elegante, in questo senso, rappresenta un simbolo di rispetto verso la storia del club, i tifosi e gli avversari. Inoltre, la scelta di imporre un determinato abbigliamento può essere vista come un modo per uniformare il gruppo, creando un senso di appartenenza e di identità comune.
Non è la prima volta che il dress code nel mondo del calcio fa discutere. In passato, diversi allenatori hanno cercato di infrangere le regole, optando per soluzioni più comode e informali. Tuttavia, la Juventus ha sempre mantenuto una linea dura, convinta che l'eleganza e la formalità siano valori importanti da preservare. E ora, anche Luciano Spalletti dovrà adeguarsi a questa tradizione, rinunciando alla sua amata tuta e abbracciando il fascino dell'abito elegante. Un piccolo sacrificio per un grande obiettivo: riportare la Juventus ai vertici del calcio italiano ed europeo. Il tecnico toscano, noto per la sua meticolosità e attenzione ai dettagli, saprà sicuramente trovare il giusto equilibrio tra stile e sostanza, dimostrando che anche in giacca e cravatta si può essere vincenti.
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