L'era di Luciano Spalletti alla Juventus è ufficialmente iniziata con una vittoria sofferta contro la Cremonese, ma il tecnico non si nasconde dietro il risultato e lancia segnali chiari all'ambiente bianconero. Intervistato da Sky e Dazn, Spalletti ha toccato diversi temi, dalla tattica alla psicologia dei giocatori, senza lesinare critiche costruttive e ambizioni per il futuro.
Il tecnico ha esordito parlando della posizione di Teun Koopmeiners come braccetto difensivo: "Volevo che Kephren Thuram si alzasse e quindi lui entrasse a metà campo per avere un giocatore in più in mediana. Grazie alla sua tecnica mi aspettavo che il nostro giro palla potesse mettere in difficoltà gli avversari. Ha fatto una grande partita sotto il punto di vista dell'attenzione e della comunicazione con i compagni. Ed è stato ordinato sulle ripartenze avversarie". Una mossa tattica studiata per dare maggiore fluidità alla manovra e sfruttare le qualità tecniche dell'olandese. A Dazn, poi, ha aggiunto: "È stato un messaggio alla squadra: in campo si va a giocare, non a difendere".
L'analisi del match contro la Cremonese ha evidenziato luci e ombre: "Abbiamo fatto una buona prima parte di tempo anche se poi abbiamo sofferto sia nel finale della prima frazione che a inizio ripresa. Però abbiamo anche creato tanto, non so quante volte capiterà di avere così tante occasioni: dovremo migliorare sotto porta". Un richiamo alla concretezza, soprattutto in fase realizzativa, dove la Juventus ha spesso peccato di imprecisione.
Ma è sulle difficoltà di alcuni giocatori che Spalletti si è soffermato maggiormente: "Ci sono potenzialità in questa squadra, mi fido di questi calciatori. Ho trovato una squadra in condizione però lo spessore della Juventus fa sentire la pressione. Da fuori è tutto bellissimo: la sede, i campi... poi entri dentro e non è facile per tutti sopportare il livello di un club così grande. Ci sono alcuni giocatori che subiscono tutto questo. La vittoria ci fa bene per lavorare con più tranquillità, dovremo crescere in fretta". Parole che suonano come un avvertimento: la maglia della Juventus è pesante e non tutti sono in grado di reggere il peso delle aspettative. Spalletti sembra aver individuato questa fragilità e intende lavorarci per liberare il potenziale inespresso di alcuni elementi.
Infine, una riflessione sul suo ritorno sulla panchina di un club, dopo l'esperienza (non del tutto positiva) alla guida della Nazionale Italiana: "Cerco di fare le cose fatte bene per chi ci vuole bene. Mi impegno. Sarà fondamentale instaurare buoni rapporti coi calciatori, ho sempre fatto così. Spero che mi riesca quello che in Nazionale non mi è riuscito benissimo... Attraverso la condivisione delle emozioni si cresce come squadra". Un chiaro riferimento alla necessità di creare un gruppo coeso e motivato, dove il dialogo e la fiducia reciproca siano alla base del successo. Spalletti vuole un rapporto diverso con i suoi giocatori rispetto a quanto accaduto in Nazionale, dove forse non è riuscito a instaurare quel feeling necessario per ottenere il massimo.
La vittoria contro la Cremonese è solo il primo passo di un lungo cammino. Spalletti ha già messo in chiaro quali sono le priorità: lavorare sulla mentalità dei giocatori, migliorare la concretezza sotto porta e creare un ambiente positivo e stimolante. La Juventus è chiamata a una rapida crescita, per tornare a competere ai vertici del calcio italiano ed europeo. Le prossime partite saranno un banco di prova importante per valutare i progressi della squadra e la capacità di Spalletti di trasformare le parole in fatti.
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