La stagione del Torino è partita con un andamento altalenante che ha deluso non poco tifosi e critici. Le previsioni iniziali erano già caute, prospettando un massimo di quattro punti nelle prime cinque giornate, obiettivo minimo che la squadra di Marco Baroni è comunque riuscita a centrare. Tuttavia, ciò che preoccupa maggiormente non è solo il bottino ridotto di punti, ma le modalità con cui sono stati ottenuti. I dati difensivi sono particolarmente allarmanti. Il Torino ha subito dieci gol in un numero ristretto di partite, rappresentando il peggior piazzamento difensivo dell'attuale Serie A. Il reparto offensivo non offre migliori certezze, con appena due reti segnate finora.
Questa configurazione di risultati e prestazioni ha generato una crescente insoddisfazione tra i sostenitori e un'intensa critica mediatica. Nonostante Baroni abbia cercato di fornire alla squadra una solida identità tattica, non è riuscito a stabilire una formazione stabile e riconoscibile. I frequenti cambi di modulo, partendo da uno schema definito durante la preparazione estiva per poi evolvere in configurazioni diverse, hanno solo aumentato la confusione tattica e non hanno fornito l'atteso impulso positivo alla squadra.
Una delle questioni più critiche per il Torino è la mancanza di leader indiscussi in campo. L'assenza di punti di riferimento forti e carismatici continua a disorientare i calciatori, che appaiono smarriti e indecisi, mentre viene meno quella determinazione essenziale per affrontare le competizioni con tenacia. Questa crisi rievoca la difficile stagione 2020/2021, quando il Torino, sotto la guida di Giampaolo, rischiò la retrocessione, salvo poi salvarsi con l'arrivo di Davide Nicola.
L'ultima sconfitta contro il Parma non ha certo migliorato la situazione, e le dichiarazioni post-gara di Baroni hanno suscitato ulteriore malcontento: "La strada è quella giusta", un'affermazione che ha trovato poco consenso fra analisti e tifosi. In questo clima di incertezza, anche il presidente Urbano Cairo si trova a riflettere profondamente sulla direzione da prendere. L'ultimo cambio di tecnico a stagione in corso risale a gennaio di quattro anni fa, tuttavia la crescente pressione potrebbe costringerlo ad agire diversamente ora.
Fra i possibili candidati per una eventuale successione ci sono nomi conosciuti nel panorama calcistico, come Paolo Vanoli e Raffaele Palladino. Entrambi vantano un legame con l'ambiente granata. Altri profili considerati includono figure carismatiche come Daniele De Rossi e Fabio Pecchia. La prossima pausa per le nazionali si configura come un'occasione strategica per eventuali cambiamenti, consentendo al nuovo allenatore di lavorare con più tranquillità, lontano dalla pressione immediata delle gare.
Il Torino si appresta ad affrontare sfide su un calendario decisamente impegnativo, con una trasferta insidiosa contro la Lazio a Roma e un difficile incontro con il Napoli presso lo stadio Olimpico Grande Torino. Questo periodo appare cruciale, non solo per le sorti della squadra, ma anche per il futuro personale di Baroni, ormai appeso a un filo.