Roger Federer: Campi più lenti per favorire Alcaraz e Sinner

L'ex numero uno svizzero accusa i tornei di alterare le superfici per promuovere il duello tra lo spagnolo e l'italiano

Roger Federer: Campi più lenti per favorire Alcaraz e Sinner

Roger Federer, il campione elvetico ormai ritirato, ha riacceso il dibattito nel mondo del tennis durante la Laver Cup tenutasi a San Francisco. Ospite del podcast di Andy Roddick, 'Served', Federer ha lanciato un'accusa piuttosto insolita riguardo le condizioni dei campi nei tornei di tennis contemporanei. Secondo lui, molti organizzatori starebbero appositamente regolando la velocità delle superfici per promuovere la tanto acclamata rivalità tra il talento italiano Jannik Sinner e quello spagnolo Carlos Alcaraz.

Il noto ex tennista svizzero ha dichiarato che questo fenomeno porta tutte le competizioni a somigliarsi, rendendo ogni settimana di gioco uguale alla precedente. La sua osservazione sottolinea come questa omogeneizzazione delle superfici sfavorisca i giocatori meno potenti, costretti a produrre colpi eccezionali per tenere testa a campioni di livello di Sinner e Alcaraz. Federer sostiene che con campi più veloci ci sarebbe la possibilità di assistere a partite più imprevedibili, in cui bastano pochi colpi ben calcolati per fare la differenza.

Guardando indietro, ai tempi in cui lo stesso Federer dominava la scena, ricorda come competere sulle diverse superfici fosse fondamentale e determinante per il risultato di una partita. Allora, afferma, esistevano circa dodici tornei importanti dove i giocatori sceglievano le superfici che meglio si adattavano al loro stile di gioco, mettendo in scena incontri tra attaccanti e contrattaccanti, accontentando tutti i palati tecnici.

Sono soprattutto le superfici più lente a essere al centro della critica di Federer. Egli immagina un tennis dove i talenti emergenti come Sinner e Alcaraz possano mostrare il loro talento non solo in condizioni 'standardizzate' ma anche in scenari che richiedano adattamenti significativi—vale a dire su campi dall'alta velocità. Il desiderio è di creare una magistrale alternanza che stimoli non solo i giocatori, ma anche gli spettatori, riconquistando quella varietà che, a suo dire, si è persa nel tempo.

D'altra parte, riportando quello che il Times annota riguardo alle intuizioni di Federer, la transizione verso campi più lenti avrebbe avuto origine nei primi anni 2000, volta a ridurre il predominio dei giocatori esplosivi nei servizi e a favorire scambi da fondocampo più avvincenti. Tuttavia, il rischio di una tale uniformità si concretizza, secondo Federer, in un appiattimento tecnico che riduce la meraviglia dello sport, dove ogni settimana di gioco si presenta in uno schema quasi identico.

La prospettiva di Federer incita dunque a una riflessione più ampia sul futuro del tennis moderno. Prospettando la possibilità di variabilità—ossia la necessità di campi diversificati—potremmo vedere giocatori come Sinner e Alcaraz esprimere il loro massimo potenziale, sfidando costantemente i propri limiti sia su superfici velocissime che su altre più lente, elevando il livello di incertezza e spettacolo per chiunque si trovi a guardare.

In definitiva, la riflessione di Roger Federer non è solo una critica ma una chiamata al progresso, alla sperimentazione e alla scelta di continuare a far evolvere uno sport così amato e seguito in tutto il mondo.

Pubblicato Giovedì, 25 Settembre 2025 a cura di Marco P. per Infogioco.it

Ultima revisione: Giovedì, 25 Settembre 2025

Marco P.

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