Si è conclusa un'era in Apple con l'uscita di scena di Jeff Williams, che ha varcato per l'ultima volta le porte di Apple Park venerdì. Dopo oltre venticinque anni di servizio, il Chief Operating Officer, figura chiave nella costruzione dell'identità industriale della mela morsicata, è ufficialmente in pensione. La transizione verso Sabih Khan, avviata lo scorso luglio, era stata ampiamente pianificata, ma la presenza di Williams in azienda è rimasta costante fino a pochi giorni fa, con un ruolo attivo nel coordinamento del team di design e un rapporto quotidiano con il CEO Tim Cook.
La stretta collaborazione tra Cook e Williams è stata spesso descritta come uno dei pilastri della stabilità operativa di Apple. Lo stesso Cook, al momento dell'annuncio del ritiro, aveva sottolineato come Williams avesse guidato la creazione della catena logistica globale, portato avanti il progetto Apple Watch fin dalle origini e contribuito a strutturare la strategia sanitaria dell'azienda. Più che un semplice dirigente, nel corso degli anni Williams è diventato un custode della continuità e del metodo “Apple”: un approccio meticoloso, riservato e profondamente orientato ai processi.
La carriera di Williams in Apple era iniziata nel 1998, durante la rinascita guidata da Steve Jobs. Inizialmente a capo del procurement globale, poi responsabile delle operazioni mondiali dal 2010, ha svolto ruoli decisivi in momenti cruciali, quando Apple ampliava la propria offerta di prodotti e si preparava all'esplosione dell'iPhone. Negli ultimi anni, ha supportato la trasformazione delle funzioni salute e fitness, poi confluite nell'area Services. Il suo addio rappresenta una perdita significativa per l'azienda di Cupertino, ma apre anche nuove prospettive per il futuro.
Ora l'attenzione si concentra sul percorso del successore Sabih Khan, 59 anni: una figura stimata internamente, con una solida esperienza nell'organizzazione operativa e già parte degli equilibri di vertice. La sua nomina a Senior Vice President delle operazioni nel 2019 ha consolidato un profilo dirigenziale percepito come stabile e adatto a contesti complessi, in linea con le necessità di Apple. Khan eredita una posizione di grande responsabilità in un momento cruciale per l'azienda, chiamata a navigare in un mercato sempre più competitivo e in rapida evoluzione.
L'uscita di Williams inevitabilmente riapre il tema della successione al ruolo di CEO. Tim Cook non ha mai indicato pubblicamente un nome e, pur avendo dichiarato nel 2021 l'intenzione di lasciare entro dieci anni, non ci sono segnali di un passaggio imminente. Tuttavia, all'interno dell'azienda, le candidature più frequentemente menzionate convergono su tre dirigenti di lunga data: Craig Federighi, responsabile del software, John Ternus, a capo dell'hardware, e Greg Joswiak, responsabile del marketing. Figure molto diverse tra loro, ma accomunate da un forte radicamento nella cultura interna di Apple. L'uscita di Williams, che in teoria avrebbe potuto essere parte di questa rosa, alleggerisce ulteriormente il quadro e pone nuove domande su come Apple intenda preparare il futuro della sua leadership. La scelta del prossimo CEO sarà cruciale per il futuro dell'azienda, chiamata a bilanciare innovazione, tradizione e una visione strategica a lungo termine in un panorama tecnologico in continua trasformazione. Sarà interessante osservare come Apple affronterà questa sfida e quali decisioni prenderà per garantire la continuità del suo successo.
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