La Masimo, azienda leader nella produzione di apparecchiature mediche, ha recentemente avviato un’azione legale contro la Dogana degli Stati Uniti (CBP) in merito alla decisione di permettere la vendita degli Apple Watch con funzione di misurazione dell’ossigeno nel sangue. L'annosa contesa con la Apple, riguardante la presunta violazione di brevetti detenuti da Masimo, si è intensificata quando, nonostante un divieto di importazione precedentemente imposto nel dicembre 2023, Apple ha ripreso le vendite negli Stati Uniti delle sue serie avanzate del celebre smartwatch.
Quando l’Apple ha introdotto la funzione di ossimetro nei suoi Apple Watch, Masimo ha intentato causa, sostenendo che tale funzionalità infrangeva i suoi brevetti. Questo contenzioso ha visto una svolta decisiva quando, alla fine del 2023, la Commissione per il Commercio Internazionale (ITC) ha ordinato di bandire la vendita di tali modelli sul suolo statunitense.
Nonostante lo stop imposto, la Apple ha continuato a vendere varianti dell'Apple Watch disattivando la funzione problematiche attraverso aggiornamenti software, mantenendo invariata la progettazione hardware. Successivamente, la società ha annunciato il ripristino della funzione, calcolando i livelli di ossigeno direttamente su un iPhone, anziché sull'orologio. Questa nuova soluzione ha riacceso il fuoco delle controversie legali.
Nello scompiglio generato da questi avvenimenti, Masimo ha presentato una denuncia contro la CBP, accusandola di aver superato le proprie competenze autorizzando impropriamente il nuovo approccio di Apple. Secondo i documenti legali presentati da Masimo, non ci sarebbero state notifiche adeguate o sufficienti a giustificare un ribaltamento della precedente posizione della CBP.
In risposta, la CBP ha richiesto al tribunale di respingere la causa, sostenendo che il Congresso aveva precedentemente bloccato le rivendicazioni nei tribunali ordinari su casi di applicazione dei divieti di importazione decisi dalla Commissione Internazionale del Commercio. A supporto della sua tesi, la CBP ha citato precedenti giurisprudenziali in cui decisioni federali avevano stabilito che le obiezioni devono seguire la procedura specifica prima di arrivare a un tribunale federale.
Secondo la CBP, Masimo dovrebbe portare le sue obiezioni di fronte alla Commissione Internazionale del Commercio e, in caso di insuccesso, rivolgersi successivamente alla Corte d’Appello Federale, piuttosto che saltare direttamente al tribunale distrettuale. La dogana USA ha motivato la sua posizione indicando che esistono specifiche vie legali già definite, che non possono essere bypassate senza causa giuridicoconcreta.
Questo ingarbugliato battaglia legale potrebbe riaffermare i confini della tutela brevettuale nell'evoluzione tecnologica e l'interpretazione delle leggi sul commercio internazionale. Con il crescente impatto della tecnologia nella nostra vita quotidiana, queste decisioni potrebbero avere ripercussioni significative sul futuro della innovazione e sulla protezione della proprietà intellettuale.