La ludopatia, conosciuta anche come dipendenza dal gioco d'azzardo, è una delle più diffuse tra le “nuove dipendenze”. Questo fenomeno si manifesta in vari contesti, che vanno dalle scommesse a casa o al bar, fino a ricevitorie e agenzie di scommesse. Le motivazioni dietro il gioco sono molteplici: la possibilità di una vincita percepita come "a portata di mano", la ricerca di una via di fuga da un disagio esistenziale, il tentativo di alleviare l'ansia derivante dal lavoro o semplicemente per affrontare la noia della vita quotidiana.
Il caso di un'ottantenne di Andria
Un caso emblematico è quello di una signora di oltre 80 anni, residente ad Andria, che, cercando di sfuggire alla solitudine, ha cominciato a spendere i suoi risparmi di pensionata giocando al "10eLotto" e ai "Gratta e vinci", nascondendo questo comportamento sia al marito che alla figlia. La situazione della "giocatrice seriale" ha attirato l'attenzione di una rete di supporto creata attorno a lei, che ha lavorato per liberarla dalla sua dipendenza.
A segnalare il problema sono stati alcuni professionisti del settore, tra cui lo psicologo-psicoterapeuta Saverio Costantino e la psichiatra Marilù Liso, avvisati da un istituto bancario di Andria, che aveva notato prelievi di denaro sempre più stravaganti da parte della donna. La banca ha deciso di organizzare un incontro con l'anziana per comprendere meglio la sua situazione.
Al colloquio, l'anziana si è presentata accompagnata da un’amica, che, sebbene fosse la titolare della tabaccheria dove la donna spendeva gran parte dei suoi risparmi, aveva già cercato di convincerla a limitare i suoi acquisti e a parlarne con i suoi familiari. Fortunatamente, questo incontro ha messo in moto un processo di recupero.
Una serie di sedute terapeutiche con i professionisti ha portato a una significativa diminuzione della dipendenza da gioco. Saverio Costantino sottolinea l'importanza di costruire una rete sociale di supporto per le vittime di ludopatia, evidenziando come non sia rara la situazione in cui chi si trova in difficoltà non si presentia da solo ai servizi di aiuto.
Il parere degli esperti
"La dipendenza da gioco d'azzardo non deve essere sottovalutata; è una vera e propria malattia," avverte Costantino. "La persona dipendente spesso agisce in modo compulsivo, spendendo più di quanto possa permettersi e vivendo con l'illusione di recuperare le perdite". La psichiatra Marilù Liso aggiunge che chi vive accanto a un ludopatico è spesso l'ultimo a riconoscere il problema, il che rende essenziale l'intervento dei familiari e degli amici per identificare i segnali di allerta. Il gioco, pur essendo presente in tutte le culture e le società nel corso dei secoli, crea una contraddizione: chi gioca spesso finisce per alimentare anche le finanze statali, e nel caso della signora di Andria, la titolare della ricevitoria ha scelto di fermare la vendita dei "Gratta e vinci" per supportare il percorso di recupero della cliente.
Come uscire dal tunnel?
Ma come uscire dal tunnel della ludopatia? Gli esperti suggeriscono che, nonostante sia una battaglia difficile, è possibile sconfiggerla seguendo un percorso di aiuto. Il primo passo è il sostegno dei cari, seguito da un percorso terapeuta con professionisti specializzati. In casi più gravi, è fondamentale rivolgersi a centri di recupero, dove viene svolto un lavoro intenso e mirato per affrontare questa condizione.
Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it