Durante il webinar “Giochi pubblici: il punto sul percorso di qualificazione e sicurezza dei punti vendita”, organizzato oggi da Egp-Fipe, il presidente Emmanuele Cangianelli (in foto) ha fornito un'analisi approfondita sull'andamento del gioco pubblico in Italia, sottolineando l'urgenza di un riordino normativo a livello nazionale e la necessità di rilanciare la rete di vendita fisica, che sta affrontando crescenti difficoltà.
"Da quattro anni e mezzo presiedo EGP-FIPE e da circa un anno, anche per delega, mi occupo del gioco nei pubblici esercizi, non solo nelle sale specializzate e nei bingo, ma anche nei bar e nelle piccole sale collegate", ha esordito Cangianelli. L'intervento è stato accompagnato da una serie di slide contenenti dati aggiornati al 2023 e proiezioni per il 2024, basati su fonti ufficiali dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Cangianelli ha analizzato l'andamento della spesa dei giocatori (ovvero la differenza tra giocate e vincite), evidenziando che, dal 2018 al 2023, l'intero mercato del gioco legale è cresciuto di circa il 13%, superando l'inflazione media. Tuttavia, la composizione del mercato è cambiata in modo significativo: il segmento online è aumentato di oltre il 200%, mentre il bingo è rimasto stabile, e lotterie, scommesse e apparecchi hanno subito un calo significativo (oltre -20%).
"In particolare, il settore degli apparecchi da intrattenimento, sia le AWP nei bar che le VLT nelle sale, è quello che ha registrato le perdite maggiori", ha osservato. Inoltre, il numero di punti vendita fisici è diminuito: oggi in Italia ci sono circa 85.000 punti che offrono almeno un gioco, ma negli ultimi 12 mesi ne sono stati persi migliaia, soprattutto nei pubblici esercizi non specializzati.
I numeri: bar e sale rappresentano metà del mercato, ma con margini più bassi
Secondo i dati presentati, il 46% della spesa dei giocatori passa attraverso bar, sale e altri pubblici esercizi. Tuttavia, nonostante questo, a causa della tassazione più alta sugli apparecchi e sui giochi da intrattenimento, questo stesso comparto genera oltre il 53% del gettito erariale. "Nonostante ciò – ha sottolineato Cangianelli – i margini economici per gli operatori sono inferiori al 40% del totale. C’è un evidente squilibrio."
Nel dettaglio: il 64% dei margini complessivi proviene dagli apparecchi, di cui il 36% dalle AWP, il 23% dalle scommesse e il 7% dal bingo. Le sale specializzate sono circa 4.500, mentre i bar con giochi integrati superano i 31.000, ma anche questi ultimi hanno subito una flessione significativa nell'ultimo anno, segno di una difficoltà strutturale del comparto.
Focus sui punti ricarica: una rete parallela da oltre 24.000 unità
Un elemento cruciale emerso nel corso dell'intervento è il crescente ruolo dei punti ricarica per il gioco online. "Secondo i primi dati dell’albo creato dall’Agenzia, a novembre 2023 si contavano circa 24.000 punti registrati, di cui più di 13.000 sono pubblici esercizi, tra bar e sale specializzate. Anche questa componente deve essere inclusa nel quadro regolatorio", ha spiegato Cangianelli.
I limiti dell’attuale sistema: mancanza di riconoscibilità e disomogeneità fiscale
Cangianelli ha messo in luce le criticità del sistema attuale: "Serve una vera riforma. Oggi esistono disparità normative tra i vari territori: distanze dai luoghi sensibili, orari di apertura e regole che variano da comune a comune. Questo non ha ridotto né la spesa né le dipendenze patologiche, ma ha anche causato un calo del gettito erariale nel 2024, la prima volta da quando il settore è stato regolamentato."
Un altro punto critico è l'assenza di un'identificazione visiva chiara per i punti in concessione. "Solo le sale bingo hanno un simbolo riconoscibile dall'esterno. Per gli altri punti vendita, il cittadino non è in grado di distinguere tra gioco legale e illegale. Questo è inaccettabile. Un punto vendita autorizzato dovrebbe essere immediatamente identificabile."
Le proposte: standard, formazione, filtri, moneta elettronica
EGP, FIPE e Confcommercio chiedono da anni una riforma basata su alcuni pilastri fondamentali: l'introduzione di standard minimi per i punti di gioco, l'obbligo di formazione certificata per gli operatori, l'adozione di strumenti tecnologici per l'autoesclusione e per la protezione dei minori.
"Bisogna anche aggiornare le regole sui pagamenti. L'uso della moneta elettronica è ormai una richiesta dei consumatori, ma per gli apparecchi non esistono regole chiare e uniformi. Questo crea confusione e ostacola l'innovazione", ha continuato Cangianelli. Un altro punto centrale riguarda l’introduzione di una nuova generazione di apparecchi "più sicuri e controllabili, anche con strumenti digitali che aiutino i soggetti fragili a giocare in modo responsabile". Questo aggiornamento tecnologico, ha spiegato, dovrà accompagnarsi a una revisione della fiscalità, che al momento è troppo sbilanciata sugli apparecchi.
Una rete da valorizzare, non da penalizzare
In conclusione, il presidente ha ribadito che la rete fisica del gioco, costituita da pubblici esercizi, sale e bar, rappresenta un presidio fondamentale di legalità e controllo sociale. "Se non rendiamo sostenibile il modello concessorio, se non offriamo condizioni economiche, fiscali e regolatorie chiare ed eque, il rischio è che il gioco legale venga progressivamente eroso dal gioco illegale o irregolare", ha avvertito Cangianelli.
"La politica deve farsi carico di questo riordino. Serve una normativa nazionale, condivisa con le Regioni, che restituisca coerenza e solidità al settore. Solo così possiamo garantire un gioco legale, sicuro, sostenibile e capace di generare valore per tutti", ha concluso.
Fonte: Jamma.tv