Nel 2025, il mondo del calcio brasiliano si trova ad affrontare una grossa svolta economica e legislativa. Un rapporto stilato da BDA Brasil in collaborazione con Leadstar Media ha rivelato che i club di prima divisione hanno raccolto oltre 184 milioni di euro tramite sponsorizzazioni legate al settore delle scommesse sportive. Questo dato sorprende non solo per l'entità del guadagno ma anche per la sua somiglianza con l'ex struttura di ricavi della Serie A italiana. In passato, infatti, le scommesse rappresentavano una colonna portante delle sponsorizzazioni per i club italiani, fino all'entrata in vigore del Decreto Dignità nel 2019, che vietò ogni pubblicità legata al betting.
Uno sguardo più attento all'attuale situazione brasiliana mostra come 18 delle 20 squadre della Serie A abbiano siglato contratti di sponsorizzazione con aziende di scommesse, mostrando un incremento rispetto al 2024, anno in cui solo 15 squadre godevano di tale partnership. Tra i club con i contratti più remunerativi troviamo il Corinthians, che ha incassato circa 51,6 milioni di euro, seguito dal Flamengo con 17,5 milioni e dal Palmeiras con circa 13,5 milioni di euro.
Tuttavia, questa era di prosperità potrebbe essere bruscamente interrotta. A maggio 2025, la Commissione Sportiva del Senato brasiliano ha avanzato una proposta di legge per vietare qualsiasi forma di pubblicità e sponsorizzazione legata al settore delle scommesse. Questo disegno di legge, che riecheggia l'approccio italiano, mira a bloccare l'uso di loghi di betting su maglie, cartelloni e campagne sui social media. Tale provvedimento ha sollevato preoccupazioni tra i club brasiliani, che temono considerevoli ripercussioni finanziarie. Essendo queste sponsorship responsabili di oltre il 30% dei ricavi di marketing, l'assenza di tali partnership mette a rischio la stabilità economica dei club.
In Italia, il divieto ha comportato una significativa riduzione degli introiti commerciali per le squadre, costringendole a rivolgersi a settori meno redditizi. La possibilità di un simile scenario in Brasile sottolinea la necessità di alternative sostenibili. Secondo Eduardo Sena, esperto di scommesse di BDA Brasil, "vietare queste sponsorizzazioni senza offrire alternative significa privare molti club di entrate vitali. L'impatto non si limiterebbe al campo, ma influenzerebbe l'intero ecosistema economico del calcio."
Le similitudini con l'Italia sollevano interrogativi rilevanti. Da una parte, esiste l'esigenza di proteggere la salute pubblica, limitando i danni del gioco d'azzardo patologico; dall'altra, c'è il timore di minare la competitività finanziaria dei club. L'esperienza italiana dimostra che la transizione verso modalità di sponsorizzazione non legate al betting è complessa e richiede politiche di supporto ben strutturate per evitare bruschi cali di entrate.
In sintesi, il dibattito sulle sponsorizzazioni nel calcio brasiliano non riguarda solo aspetti sportivi, ma si inserisce in un contesto economico e sociale più ampio. Mentre i legislatori discutono sulle possibili restrizioni, i club dovranno affrontare un futuro incerto, preparandosi a diversificare le loro fonti di reddito per garantire stabilità e competitività. Saranno essenziali flessibilità e innovazione per affrontare sfide e opportunità in un panorama calcistico in rapida evoluzione.