“Lo scenario è piuttosto allarmante. La manifesta difficoltà del gioco fisico, gestito in sale e locali pubblici che seguono le regole e tutelano i consumatori, potrebbe sembrare il risultato positivo di chi ha cercato di agire per il bene della comunità attraverso normative che si sono dimostrate inefficaci, se non addirittura dannose, come il distanziamento e le limitazioni orarie. I dati, però, dimostrano il contrario. In particolare, a causa delle chiusure imposte dalla pandemia, molti giocatori non hanno smesso di giocare, ma si sono semplicemente spostati verso l'online, un ambiente intrinsecamente più difficile da monitorare e più vulnerabile a irregolarità e infiltrazioni illegali.”
Queste le parole di Emmanuele Cangianelli, consigliere delegato della Fipe - Confcommercio per i giochi pubblici e presidente di Egp Fipe, in relazione al “Percorso di studio sul settore dei giochi in Italia”, condotto dalla Cgia di Mestre e presentato a Roma il 10 ottobre in collaborazione con l’associazione As.tro.
Il report evidenzia cambiamenti significativi nelle abitudini di consumo del gioco legale, con un aumento esponenziale del gioco online e una crisi di quello fisico, in particolare degli apparecchi da intrattenimento, tutto ciò all'interno di un contesto normativo ancora confuso e inefficace.
I dati mostrano un trend opposto tra il gioco online e fisico: la raccolta del gioco online è praticamente raddoppiata dall'ultimo anno pre-Covid, passando da 36 miliardi nel 2019 a 73 miliardi nel 2022, mentre il gioco fisico ha subito un calo del 16%, passando da 74 a 62 miliardi, con la filiera degli apparecchi AWP e VLT particolarmente colpita, che ha visto circa 9.000 aziende uscire dal mercato negli ultimi quattro anni, con una perdita di quasi 1,2 miliardi di gettito per lo Stato.
Cangianelli sottolinea: “Le difficoltà del gioco fisico potrebbero avere un impatto devastante anche sull'occupazione, come dimostra la diminuzione di aziende e posti di lavoro nel settore degli apparecchi. È evidente che la mancanza di aziende porta a una riduzione del gettito erariale.”
Riguardo agli apparecchi di intrattenimento, “è interessante notare che il contributo al bilancio dello Stato rimane significativo nonostante le difficoltà: nel 2023 parliamo ancora di oltre 5,5 miliardi, un importo paragonabile al gettito derivante dai pagamenti del bollo auto. È saggio rinunciare a questa entrata con tanta leggerezza, in nome di una lotta contro il gioco che spesso risulta demagogica? I dati indicano chiaramente la necessità di un cambiamento di rotta, intervenendo sul quadro normativo con un riordino equo e omogeneo, eliminando le disuguaglianze attuali nella tassazione e nelle vincite che creano vantaggi competitivi per determinati prodotti o canali distributivi rispetto ad altri,” conclude il presidente di Egp-Fipe.
Fonte: gioconews.it