Nel Regno Unito, il dibattito sulla tassazione del gioco online ha riacceso le discussioni tra politici, economisti e operatori del settore. A scatenare la controversia è stata la proposta del think tank IPPR, supportata dall'ex primo ministro Gordon Brown, che mira ad aumentare significativamente le aliquote fiscali per il settore.
La proposta prevede un incremento dell'imposta sul gioco remoto per casinò online dal 21% al 50%. Inoltre, si suggerisce di portare la tassa sui giochi con slot dal 20% al 50% e di aumentare l'imposta sulle scommesse non legate alle corse ippiche dal 15% al 25%. Attualmente, il regime fiscale applica un'imposta sul gioco remoto pari al 21% dei profitti lordi. Le scommesse a quota fissa vengono tassate al 15%, quelle sportive a quota variabile al 10%, e il betting finanziario al 3%.
Il settore dei giochi nel Regno Unito, che ha un valore stimato di circa 13,29 miliardi di euro, gode attualmente di esenzioni IVA e di imposte generalmente inferiori rispetto ad altri Paesi occidentali. Tuttavia, secondo alcuni parlamentari laburisti che sostengono l'iniziativa, i costi sociali del gioco per il sistema sanitario superano i 1 miliardo di euro all'anno, giustificando così un'imposta più alta.
Non tutti, però, vedono di buon occhio questa proposta. Vari esponenti dell'industria del gioco e politici, come il CEO di Flutter, Peter Jackson, hanno espresso preoccupazione per gli effetti negativi di una pressione fiscale troppo elevata. Citano l'esempio dei Paesi Bassi, dove un recente aumento delle tasse ha portato a un calo delle entrate e a un deficit stimato di 200 milioni di euro.
Secondo gli operatori del settore, un aumento così drastico delle aliquote rischia di peggiorare le quote offerte, spingendo i giocatori verso mercati non regolamentati e più rischiosi. Il think tank Tax Policy Associates ha sottolineato la necessità di usare stime più dinamiche, mettendo in guardia sul fatto che i calcoli dell'IPPR potrebbero essere ottimistici. Se le stime non dovessero confermarsi, il gettito riscattato potrebbe risultare ben inferiore ai 3,47 miliardi di euro ipotizzati.
Va sottolineato che, al momento, il piano non rappresenta una posizione ufficiale del Partito Laburista, e alcuni deputati hanno invitato alla cautela. La proposta arriva al termine della consultazione pubblica sul progetto, conclusasi a luglio, che prevede un'aliquota unificata sul gioco remoto. Con la pressione crescente per regolamentare rigorosamente l'industria del gioco, il futuro di questa proposta rimane incerto.