Il gigante aerospaziale Airbus ha rivisto drasticamente i suoi protocolli di alimentazione di emergenza per i data center, a seguito di un incidente che ha rischiato di paralizzare la produzione. Lo scorso aprile, un'interruzione di corrente di dieci ore, che ha interessato vaste aree della Spagna e del Portogallo, ha messo a dura prova la resilienza dei sistemi Airbus, portando l'azienda sull'orlo di una crisi operativa.
Mentre molti data center, in particolare quelli che supportano le telecomunicazioni, hanno superato l'emergenza senza gravi conseguenze, l'esperienza di Airbus ha rivelato una vulnerabilità inaspettata. Il principale data center Airbus in Spagna, situato nel polo tecnologico Campus Futura di Madrid, ha subito un guasto a causa dell'interruzione di corrente. Nonostante le rassicurazioni interne sulla preparazione ad affrontare tali eventi, la realtà si è dimostrata ben diversa.
I generatori di riserva erano presenti, ma le scorte di carburante diesel si sono rivelate insufficienti per sostenere un'operatività prolungata. In una corsa contro il tempo, l'azienda ha tentato di procurarsi ulteriore carburante, ma i fornitori erano già oberati di richieste simili, rendendo difficile l'approvvigionamento tempestivo. Secondo quanto dichiarato da Airbus, il data center è arrivato a poche ore dal completo spegnimento. Le conseguenze di un tale scenario sarebbero state disastrose: l'interruzione dell'accesso ai dati avrebbe bloccato la produzione, impedendo ai dipendenti di accedere a documentazione, istruzioni e altri materiali essenziali. Anche la logistica del magazzino avrebbe subito un duro colpo, con il potenziale arresto dei sistemi automatizzati di prelievo dei componenti.
In una situazione di emergenza, Airbus stima di poter prolungare l'operatività per un altro giorno, ricorrendo a procedure manuali e aggirando i protocolli standard. Tuttavia, questa soluzione di fortuna non rappresenta una strategia sostenibile a lungo termine.
L'incidente ha spinto Airbus a una revisione completa delle sue procedure. L'azienda si impegna ora a mantenere scorte di carburante adeguate per garantire l'autonomia dei data center in caso di interruzioni prolungate. Sono stati stipulati contratti prioritari di fornitura di carburante per gli stabilimenti in Spagna, Francia, Germania e Regno Unito. L'obiettivo è garantire l'operatività autonoma dei data center per diversi giorni in caso di "blackout massivo", senza dover dipendere da forniture esterne. Pur comportando costi aggiuntivi, questi investimenti sono considerati minimi rispetto al potenziale impatto economico di un'interruzione della produzione.
L'interruzione di corrente di aprile è stata un evento raro per la regione. Il gestore della rete nazionale portoghese ha attribuito l'anomalia a sbalzi di temperatura in Spagna, che hanno causato fluttuazioni anomale nelle linee ad alta tensione (400 kV). Questo fenomeno, noto come "oscillazioni atmosferiche indotte", ha provocato problemi di sincronizzazione che si sono propagati attraverso la rete elettrica europea interconnessa, causando una serie di guasti.
Questo episodio evidenzia la crescente vulnerabilità delle infrastrutture critiche, come i data center, agli eventi meteorologici estremi e alle anomalie nella rete elettrica. La dipendenza sempre maggiore dalla digitalizzazione rende imperativo che le aziende adottino misure proattive per garantire la resilienza dei propri sistemi e la continuità operativa in caso di emergenza. L'esperienza di Airbus serve da monito per tutte le organizzazioni che fanno affidamento su data center per le proprie attività, sottolineando l'importanza di investire in sistemi di alimentazione di emergenza robusti e affidabili.
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