Il recente responso del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, riguardante un esercizio di gioco a Milano, segna un’importante evoluzione nell’interpretazione delle normative sugli apparecchi con vincita in denaro. La sentenza, datata 18 novembre 2024, ha accolto il ricorso della società, difesa dall'avvocato Cino Benelli, annullando la sospensione di un giorno imposta dal Comune di Milano.
La questione è scaturita da una sanzione emessa dal Comune il 9 febbraio 2024, che prevedeva la sospensione per un giorno degli apparecchi installati nell’attività della ricorrente. Tale provvedimento si basava su una supposta violazione degli orari di operatività degli apparecchi, accertata durante un’ispezione del 2 marzo 2023.
Il Comune ha fatto riferimento anche a una diffida del 2019 e ad altre sanzioni precedenti per giustificare la sospensione in base alle ordinanze sindacali n. 63 e n. 65 del 2014.
La società ha presentato tre motivi principali di ricorso:
Violazione del principio di riserva di legge: si sosteneva che le ordinanze comunali non potessero disporre la sospensione, essendo un potere riservato alla legge.
Mancata comunicazione di avvio del procedimento: contestava la mancanza del rispetto degli articoli 7 e 8 della Legge n. 241/1990.
Assenza dei presupposti di gravità e recidiva: necessari per applicare la sanzione, come previsto dalle ordinanze comunali.
Il TAR, esaminando il terzo motivo, ha rilevato l’assenza dei requisiti necessari per la sospensione:
- Gravità della violazione: il provvedimento si limitava a citare la diffida del 2019, senza prove sufficienti della gravità della condotta.
- Recidiva: non erano state evidenziate violazioni ripetute nello stesso anno, escludendo quindi la configurabilità della recidiva.
Di conseguenza, il TAR ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata.
Questa sentenza enfatizza l’importanza di una motivazione adeguata e dettagliata nei provvedimenti sanzionatori, in particolare per misure come la sospensione del funzionamento degli apparecchi. Inoltre, il caso rappresenta un significativo riferimento per gli operatori del settore, chiarendo i limiti dell’autonomia regolamentare dei comuni in materia di gioco.
La decisione del TAR Lombardia sottolinea la necessità di bilanciare il rispetto delle normative con la tutela dei diritti degli operatori. Il Comune di Milano ha la possibilità di riesaminare la situazione, ma deve garantire che la motivazione sia conforme ai principi di legge.