La sconfitta dell'Atalanta contro l'Udinese potrebbe costare cara a Ivan Juric. La panchina del tecnico croato è sempre più traballante e la dirigenza nerazzurra starebbe seriamente valutando un cambio alla guida tecnica, insoddisfatta degli ultimi risultati. Il digiuno di vittorie in campionato, che perdura dal 21 settembre 2025, e la recente sconfitta al Bluenergy Stadium contro l'Udinese, hanno acuito le tensioni in casa Atalanta, spingendo i vertici societari a una profonda riflessione sul futuro della squadra.
Secondo indiscrezioni, i nomi in cima alla lista dei possibili successori di Juric sarebbero Raffaele Palladino e Thiago Motta. La decisione definitiva verrà presa nei prossimi giorni, valutando attentamente l'impatto che un cambio in panchina potrebbe avere sul doppio impegno Champions League - campionato. L'esonero immediato di Juric, infatti, potrebbe destabilizzare ulteriormente l'ambiente, ma l'ultimatum al tecnico croato sembra ormai essere stato lanciato.
Palladino e Motta sono profili che piacciono molto alla dirigenza nerazzurra, sebbene con situazioni contrattuali differenti. Palladino, reduce dalla rescissione con la Fiorentina, sarebbe libero da vincoli, mentre Motta è attualmente legato alla Juventus, rendendo più complessa la trattativa. Tuttavia, l'ex attaccante godrebbe della stima della famiglia Percassi, che lo aveva già sondato nei mesi scorsi prima di virare su Juric.
La riflessione in casa Atalanta non riguarda solamente il futuro di Juric. A rischio, infatti, sarebbe anche la posizione del direttore sportivo Tony D'Amico, accostato in passato al Milan e poi confermato dai bergamaschi. Il suo silenzio e la sua scarsa visibilità in questo periodo di difficoltà avrebbero alimentato le voci di un possibile addio. Le prossime ore saranno decisive per il futuro di entrambi.
La situazione in casa Atalanta è dunque in fermento, con il futuro di Juric e D'Amico appeso a un filo. La dirigenza è chiamata a prendere decisioni importanti per risollevare le sorti della squadra e ritrovare la serenità in un ambiente che si è fatto sempre più pesante.
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