La pubblicazione di uno scoop sulla ricostruzione delle intercettazioni relative al caso delle plusvalenze del Napoli da parte del quotidiano Repubblica ha fatto riaffiorare un tema scottante, ma sorprendentemente non ha aggiunto alcun nuovo elemento significativo per quanto concerne la posizione del club sul piano sportivo. Infatti, le carte inviate dalla Procura di Roma alla Federcalcio ad aprile scorso erano state già esaminate dal procuratore federale Giuseppe Chinè, che aveva ritenuto le prove insufficienti per riaprire il processo sportivo, archiviando così di fatto la posizione del Napoli.
Le operazioni contestate, che riguardano i trasferimenti dei calciatori Manolas e Osimhen, erano già state esaminate in due gradi di giudizio, durante i quali erano stati contestati al club articoli del Codice di Giustizia Sportiva. Tuttavia, il Napoli è sempre stato assolto da queste accuse, eliminando qualsiasi possibilità di penalizzazione che avrebbe comportato la sottrazione di punti in classifica. Questa vicenda, dunque, sembra destinata a concludersi senza ulteriori ripercussioni per il club nell'ambito sportivo.
Tuttavia, il discorso è diverso per il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che dovrà affrontare a breve un procedimento penale. La Procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio per De Laurentiis, accusato di falso in bilancio in relazione alle stagioni 2019, 2020 e 2021. Al centro delle accuse ci sono le operazioni di acquisto dei giocatori Manolas e Osimhen, che potrebbero essere state contabilizzate in modo da gonfiare artificialmente le plusvalenze del club, una pratica che se provata potrebbe avere conseguenze legali pesanti per l'imprenditore.
Nonostante il rinvio della prima udienza preliminare, ora fissata per il 6 novembre, De Laurentiis ha espresso, tramite i suoi legali, un atteggiamento di serenità verso il processo imminente. Il presidente ha dichiarato di essere convinto di poter dimostrare la sua totale correttezza e quella del club, sostenendo che il Napoli ha sempre rispettato scrupolosamente le regole, facendone il suo principale riferimento etico e operativo. Questa dichiarazione vuole evidentemente rassicurare i tifosi e investitore, mantenendo intatta l'immagine di affidabilità costruita in anni di gestione.
La prossima fase processuale sarà dunque cruciale per determinare il destino giudiziario di Aurelio De Laurentiis. Alcuni esperti legali suggeriscono che il presidente potrebbe presentare prove e documentazioni volte a chiarire la propria posizione, cercando di dimostrare che le operazioni contestate non costituivano in alcun modo un artificio contabile, ma rientravano in parametri di gestione finanziaria usuali e legittimi nel mondo del calcio. In attesa del processo, il clima attorno a questa vicenda rimane incandescente, con i riflettori puntati sul 6 novembre.
L'epilogo di questa complessa storia giudiziaria potrebbe non solo influenzare la carriera di De Laurentiis, ma anche fornire ulteriori spunti di riflessione per l'intero panorama calcistico italiano, dove le questioni di bilancio e plusvalenze continuano a suscitare dibattiti e controversie.