Oggi è una giornata decisiva per il futuro del leggendario stadio San Siro, che da decenni ospita le partite di Inter e Milan. Alle 16:30, il Consiglio Comunale di Milano si riunirà per votare sulla proposta di cessione dell’impianto ai due club per una cifra di 197 milioni di euro. Questa offerta è vincolante e scade domani, rendendo la seduta un evento cruciale poiché la delibera deve essere approvata entro stasera. Tuttavia, la situazione è ben lontana dall'essere semplice e priva di ostacoli.
La riunione è stata convocata a oltranza, anticipando già possibili lungaggini che potrebbero portare l'incontro fino a tarda notte. Al momento, il sindaco Giuseppe Sala e la sua maggioranza dispongono solo di 23 dei 25 voti necessari per l'approvazione. Mancano ancora due consensi per raggiungere il quorum, mentre il fronte del “no” guadagna forza tra le fila del centro-sinistra, con ben sette consiglieri che esprimono preoccupazioni di natura ambientale e legate alla richiesta di “scudo penale” avanzata dai club.
Questa richiesta di tutela legale intende proteggere Inter e Milan da eventuali azioni penali dopo la stipula del contratto di vendita, soprattutto alla luce delle recenti inchieste sull'urbanistica milanese. Per superare l'impasse, la maggioranza sta considerando l'introduzione di emendamenti al documento, con l’obiettivo di non alterare in modo sostanziale l’offerta iniziale. Questi emendamenti potrebbero includere garanzie per evitare infiltrazioni mafiose nelle aziende coinvolte nei lavori, una valutazione accurata dei costi di bonifica dei terreni e misure efficaci per proteggere la salute dei residenti, affrontando problematiche sia ambientali che acustiche.
L'opposizione, dal canto suo, sembra intenzionata a non cooperare con la maggioranza, rendendo chiara la sua posizione critica in un momento di scontro politico. È ipotizzabile un voto contrario oppure l'uscita dall’aula durante il voto per compromettere il raggiungimento del quorum. Tuttavia, Sala sembra non essere troppo preoccupato da questa eventualità, considerando che nella seduta precedente il centro-sinistra aveva già manipolato il quorum legale, rendendo validi i voti anche con solo 15 consiglieri presenti.
Nell'eventualità di una mancata approvazione, le conseguenze potrebbero essere significative. Sia l’Inter che il Milan si stanno già preparando a prendere in considerazione alternative al di fuori di Milano. I nerazzurri stanno valutando la costruzione di un proprio stadio a Rozzano, mentre i rossoneri hanno già fatto significativi investimenti su una struttura a San Donato. C'è anche la possibilità di un nuovo stadio condiviso che sorgerà sicuramente in una location meno prestigiosa rispetto a quella storica di San Siro.
Questa votazione non è solo una questione di interessi sportivi, ma è anche un dibattito aperto sul futuro urbano di Milano e sul modo in cui la città intende preservare la propria eredità storica mentre persegue lo sviluppo. Qualunque sia il risultato, impatterà significativamente sulla storia dello sport milanese e sul tessuto cittadino, ponendo una nuova sfida per l'amministrazione e i suoi cittadini. San Siro, con tutto il suo carico di gloria e di memoria, potrebbe vedere l'inizio di una nuova era o, nel peggiore dei casi, segnare la fine di un’epoca.